22 Novembre, 2024
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Sarà meglio correre ai ripari

Scavalcata l’estate si ritorna a casa, al lavoro, ai consueti problemi. Riaprono le scuole, e le incognite, annose, sono bene o male sempre le stesse: il caro-libro per le famiglie, la mancanza di docenti (soprattutto quelli di supporto), le latitanze a supporto della stessa scuola della politica. Una politica che lascia interdetti per certe decisioni, e qui non è un distinguo fra maggioranza e opposizione, qui è un rendersi conto giorno dopo giorno che la politica è ormai lontana anni luce dalle esigenze del popolo, e non è solo il calo dell’affluenza alle urne a testimoniarlo. Durante l’estate è aumentato tutto, con la scusa della guerra Russia-Ucraina, dalla benzina ai generi alimentari non c’è “bene” che non sia salito di prezzo. E pare non esserci soluzione, un freno agli aumenti. Agosto ha portato in dote l’anniversario di tre tragedie, Marcinelle, la strage di Bologna e il ponte Morandi. Si commemorano i morti del passato senza la capacità di guardare avanti. I minatori periti in Belgio nel 1956 riportano alla luce la questione-sicurezza sul lavoro, ma le morti bianche continuano a esserci pure nel 2023, e non sono frutto della casualità. Per gli ottantacinque morti della stazione felsinea si conoscono i colpevoli, ma ancora oggi c’è chi dice che “forse furono altri”. E il crollo di Genova, cinque anni fa, chiede ancora risposte, mentre in Italia i ponti hanno continuato a crollare, e solo il Cielo ha fatto in modo di evitare altre stragi. Andiamo incontro a un autunno caldo, forse più rovente di quello del 1969. E allora, se davvero si sta andando incontro a un altro periodo nero, sarà meglio correre ai ripari.

Massimiliano Morelli

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