22 Novembre, 2024
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A proposito del quattro per cento…

Mentre lungo lo Stivale aumentano le morti bianche, s’allunga la lista dei femminicidi e sale alle stelle ogni bene di consumo, dalle cipolle alla benzina, la politica nostrana si ferma a ragionare. Su questi temi, di vitale importanza per il Paese? Macché, all’ordine del giorno c’è il quattro per cento. Leggasi meglio, sbarramento. Per intenderci, in vista delle elezioni europee – alle quali fra le altre e fra i tanti si presenterà pure Matteo Renzi – Lega e da Forza Italia dicono “no” in maniera categorica al calo di un punto percentuale.

“Perché – a detta di Matteo Salvini – la modifica della legge elettorale non è una priorità e soprattutto è giusto che gli italiani scelgano i propri rappresentanti senza che ci siano aiutini”. Ecco, nessun aiutino, nessuna ciambella di salvataggio, nessun dorma. Se non hai i voti a Strasburgo non ti accomodi, tuonano le due forze di maggioranza, che non vogliono fare autogol. Ma in realtà, qualche spiraglio per abbassare la quota ci sta, a sentir sussurrare Lucio Malan e Francesco Lollobrigida. Manca la proposta sul tavolo, questa la sintesi.

A portare alta la bandiera di quelli del tre per cento ci stanno Fratoianni e Bonelli, ai quali il 3,6% delle scorse elezioni brucia ancora. E poi c’è Renzi, in campo con il “Centro”, coalizione politica che si sdogana da Carlo Calenda e che punta a prender voti a destra e a manca. Insomma, l’ex sindaco di Firenze punta a sbancare il Lotto; e in caso di fallimento potrebbe attaccarsi al paracadute del tre per cento. Solo che a sentir voce del popolo, quello vessato da tasse e gabelle, la soglia di sbarramento dovrebbe essere innalzata, non abbassata. Perché abbassarla significa consentire ai partitucoli di accedere sia ai seggi che ai “rimborsi elettorali”. Ma la politica in Italia è questa, prendere o lasciare. E quel 3% che pare una chimera oggi, rischia di trasformarsi in realtà.
Massimiliano Morelli

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