23 Dicembre, 2024
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Scade il mandato, la “prof” al passo d’addio nel territorio

Cosima Stefania Chimienti, si chiude il sipario della dirigente scolastica

 “Ieri, oggi e domani” è il titolo di un film premiato con l’Oscar nel 1963. Alla chiusura del sipario sul territorio sabatino Cosima Stefania Chimienti, dirigente scolastico più che apprezzato, racconta la sua esperienza a Bracciano allo scadere del suo mandato all’istituto di istruzione “Luca Paciolo”, e ricorda quel che è stato, con lo sguardo rivolto al futuro.

Cosa le resta di questo periodo trascorso nel territorio Sabatino?

«Tanto, e non saprei da dove cominciare, perché in realtà non ho iniziato da dirigente a Bracciano, ma da docente. Nel lontano 1999, di rientro dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, dove svolgevo l’attività di traduttrice e interprete, approdai a Bracciano, al liceo “Ignazio Vian”, come insegnante di lingua e letteratura tedesca, prima di diventare dirigente, nel settembre 2014».

Come accolse la “destinazione Bracciano”? Quando venne… “comandata”…

«Beh, comandata relativamente, in realtà avevo fatto domanda, il mio era un “distacco” alla Presidenza del Consiglio. Ero di ruolo nella scuola e, per uno scherzo del destino, l’Istituto di titolarità era proprio il liceo “Gaetano De Sanctis” dove mi sono trasferita il primo settembre scorso e attualmente sono titolare».

Cioè?

«Nel 1997, durante la mia attività alla Presidenza del Consiglio, mi fu comunicato che la cattedra di tedesco era in contrazione e che sarei di lì a poco risultata “soprannumeraria”; si rendeva dunque necessaria una domanda di trasferimento d’ufficio, nella quale indicai Bracciano tra le sedi prescelte. Era relativamente vicino casa ed era una delle poche scuole che avevano il tedesco come disciplina di insegnamento. Così approdai qui».

Provi a chiudere gli occhi, a ricordare un momento bello, o un momento brutto, vissuti in questi anni…

«Mi viene in mente il periodo del primo lockdown. Dirigevo sia il “Paciolo” sia il “Vian” (in reggenza). I ragazzi erano costretti a stare chiusi in casa, avevano perso la dimensione della socialità, così importante per gli adolescenti; tante famiglie si trovavano in serie difficoltà economiche. E ricordo la corsa contro il tempo per assicurare loro dispositivi digitali per studiare; non posso dimenticare il lavoro di intere giornate e nottate per trasferire due intere scuole, peraltro molto organizzate, su piattaforme digitali. Ecco, questo è stato l’impegno più grande. È stato il periodo più difficile, anche perché c’era il personale colpito dalla malattia, in forma più o meno grave… io stessa sono stata costretta, tra settembre e ottobre 2020, a un lungo periodo di quarantena, trascorso in parte in ospedale. Appena ho potuto ho continuato a lavorare, soprattutto per assicurare l’applicazione delle complesse procedure di sicurezza previste dal protocollo sanitario».

E momenti piacevoli?

«Beh, sono stati tanti. In particolare grazie ai progetti che abbiamo realizzato e che hanno portato il “Paciolo” a diventare “una scuola d’eccellenza”, come ebbe occasione di definirla l’allora direttore dell’ufficio scolastico regionale per il Lazio, che accolse il nostro invito all’inaugurazione dell’Agorà. Si tratta di uno spazio che i docenti e gli studenti del liceo artistico di Anguillara hanno realizzato sviluppando una mia idea di trasformazione di quella che tutti chiamavano “la vasca”, che era nell’atrio della sede centrale, dove i ragazzi trascorrevano la ricreazione davanti ai distributori automatici, come pesci senza voce. L’Agorà è un ambiente unico nella nostra regione, tanto da aver attirato l’attenzione della stampa nazionale, in particolare del Tg1, che ha girato un servizio sugli esami di Stato che nel periodo della pandemia abbiamo svolto in questo spazio aperto, ideale per la prevenzione del contagio. Anche con “L’agone” abbiamo realizzato splendide iniziative, tra le quali non posso non citare il progetto “Plurals” che ha visto la partecipazione dei principali Comuni del territorio sabatino, con la produzione di “Angelika Vision”, importante società cinematografica. Ne è nata una web serie sul tema della violenza di genere, che ha visto la partecipazione straordinaria di due attori del calibro di Serena Autieri e Maurizio Mattioli. Un nutrito gruppo di nostri alunni ha preso parte alle riprese, nell’ambito dell’alternanza scuola-lavoro».

I progetti continuano, comunque.

«Sì, si lavora molto sulla qualità dell’offerta formativa della scuola, e questo mi rende particolarmente orgogliosa. Nel 2014 il “Paciolo” aveva 620 alunni, numero appena sufficiente a garantirne l’autonomia. Dal primo settembre prossimo saranno più di 1200. Sento ancora, dopo quest’ultimo anno di reggenza, la responsabilità di meritare la fiducia che le famiglie hanno voluto accordarci, iscrivendo i loro figli nella nostra scuola. Sono particolarmente impegnata sul versante “Pnrr” per la gestione dei finanziamenti ricevuti dal ministero nell’ambito del progetto “Scuola futura 4.0”, tanto da dover praticamente rinunciare alle mie vacanze. Ma non mi pesa. Possiamo dire che grazie al “Pnrr” il Paciolo completerà un processo di innovazione iniziato in anticipo rispetto a tante altre scuole, grazie ai tanti progetti ministeriali ed europei a cui abbiamo partecipato. Uno degli ambienti che ho voluto personalmente è stato la sala di registrazione, ubicata nell’ex casa del custode, che abbiamo intitolato “Digital recording studio”. Qui i ragazzi potranno dare sfogo alla loro creatività, realizzando opere in musica, grazie a una consolle digitale e a strumenti musicali. L’idea nasce dalla necessità di assicurare una continuità all’apprendimento della musica che molti dei nostri alunni sono costretti ad abbandonare dopo la terza media. È per questo che è nato il progetto “Harmoniae”, in collaborazione con l’istituto comprensivo “San Francesco” di Anguillara, in continuità con la sezione musicale. Insomma, diciamo che questa sala di registrazione potrà essere la ciliegina sulla torta. Questi sono progetti utili anche per evitare la dispersione scolastica, per fare in modo che i ragazzi vivano la scuola come un luogo in cui stare bene, anche oltre l’orario d’obbligo. Perché possano apprendere anche divertendosi».

Oltre alla sala di registrazione c’è un’altra impronta che ha voluto lasciare?

«Sempre nell’ambito del “Pnrr”, un’altra idea è l’aula “cultura d’impresa”. È dedicata all’istituto tecnico economico e in particolare all’indirizzo sistemi informativi aziendali. Praticamente riproduce un ufficio, quindi non ci saranno banchi, ma un tavolo da riunione attorno al quale i ragazzi siederanno, proprio come in un vero consiglio di amministrazione. E ognuno di loro avrà un computer portatile, un notebook, col la possibilità di ricaricarlo grazie a fessure centrali per il passaggio dei cavi. Nello stesso ambiente ci sarà un angolo reception, che simulerà l’accoglienza del front office, nonché un angolo scrivania direttoriale con due postazioni e un divanetto da sala d’attesa; sarà dunque ricreato un ambiente d’ufficio in cui i ragazzi potranno sviluppare competenze in un contesto d’uso che valorizzi il loro indirizzo di studi, cioè i sistemi informativi applicati all’azienda».

Grande attenzione mi pare sia dedicata all’inclusione.

«Sì, grazie al lavoro incessante delle due funzioni strumentali e dei referenti dell’inclusione, nonché di tutti i docenti, questo è davvero il fiore all’occhiello del “Paciolo”. Sono tanti i ragazzi con disabilità e disturbi dell’apprendimento che rendono indispensabile il ricorso a una didattica personalizzata e individualizzata di grande qualità».

Ha già rivolto il suo saluto al personale della scuola?

«Sì, a giugno, in occasione dell’ultima riunione del collegio dei docenti. È stato un momento particolarmente emozionante. Ho ricevuto attestazioni di grande stima e affetto che ricambio con la promessa di mantenere per sempre vivo il ricordo di una scuola che ho sentito profondamente come una parte importante della mia vita professionale e personale».

I.S.F.

 

 

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