“Davanti a noi c’è un altro treno che ha problemi”. Questo il commento del macchinista del treno che sarebbe dovuto passare questa mattina alle 7.40 alla stazione de La Storta che si è invece presentato alle 8.10. L’ennesimo “al lupo al lupo” al quale ormai gli utenti sono “costretti” a credere per darsi una spiegazione del perché di mezz’ora di ritardo nell’ora di punta dove oltre al treno delle 7.40, deve passare poi il treno diretto delle 7.57 e partire poi quello delle 8.01 (che non c’era stamattina) direttamente dalla stazione de La Storta per poi passare (solo) successivamente a quello delle 8.10. Quindi inutile immaginare la situazione di un treno che passa con mezz’ora di ritardo e che fa tutte le fermate. In un periodo oltretutto dove il problema CODIV tende a riaffacciarsi. Un viaggio in treno dove qualcuno prova senza di soffocamento e stati di ansia per l’affollamento. Il suggerimento dei macchinisti del Cesano-Tiburtina n.20323 a metà viaggio tramite un annuncio all’interno del treno e non sulle banchine? “Dietro di noi ci sono a due minuti di distanza ci sono altri due treni, prendete quelli se non avete fretta”. Consiglio del tutto inappropriato dato che è ovvio che le persone a quell’ora hanno fretta a prescindere, figuriamoci con un ritardo in atto. Viene da chiedersi oltre a incassare i soldi degli abbonamenti e dei biglietti Trenitalia cosa stia facendo visto che è già da questa estate che la linea FL3 presenta forti problemi e ritardi. Oltre ai ritardi gli utenti sono messi anche fisicamente a dura prova per le scale mobili non funzionanti a Valle Aurelia da circa un mese, un servizio fitness compreso nei biglietti che l’utenza non riesce forse a capire? Molte le domande che si pongono i pendolari, basterebbe poco per rendere il lavoro più agevole per i dipendenti delle ferrovie che un buon servizio per l’utenza, come quello che c’era prima dell’estate o comunque servire la clientela con degli autobus prontamente disponibili in casi particolari come quello di stamattina. Quanto meno sarebbe stato un atto di rispetto nei confronti di mantiene, in parte, un servizio pubblico. Un servizio pagato deve essere reso fruibile sempre e non costringere le persone a prendersi permessi sul lavoro o portandole a muoversi con le proprie auto facendole spendere di più, soprattutto in questo periodo di rincari.
Claudia Reale
Redattrice L’agone