Camin facendo si aprono nuovi spazi all’orizzonte della ricerca e della medicina.
E ieri un altro passo importante è stato fatto in quell’ospedale di Bracciano che qualche anno fa, assurdamente, ha rischiato perfino di chiudere.
È stata inaugurata l’unità operativa di oncologia, fisioterapia e un ampliamento del pronto soccorso e questo, a mio avviso, è la strada che porta allo sviluppo di piccoli centri di eccellenza locali.
Parlo di eccellenza perché la competenza è accompagnata dalla passione non solo per la clinica e la ricerca ma anche e soprattutto per la vita.
Là dove non esistono più solo “pazienti oncologici”ma Esseri umani che fanno esperienza di una malattia, si è già superato un vecchio modo di curare, facendo spazio a una visione più ampia del prendersi cura, in tutte le sue diverse sfaccettature.
Un traguardo voluto e raggiunto.
La multidimensionalità è stata finalmente ri-conosciuta e messa al servizio di una maggiore sinergia terapeutica, dalla farmacovigilanza attivata e monitorata sulle persone che fanno terapie oncologiche , per contenere con sempre maggior efficacia la tossicità dei chemioterapici, a una maggiore attenzione per tutti i diversi aspetti che rientrano in un processo di cura, come il responsabile del servizio, dr Mario Rosario D’Andrea, ha spiegato nella presentazione del servizio , il concetto di cura non è più rappresentato solo da farmaci e dosaggi ma anche da un “principio attivo” fondamentale per avviare un processo di guarigione.
L’accoglienza
Personalmente mi sento di aggiungere all’accoglienza, il potere di un contatto autentico che crea relazioni terapeutiche e facilita la costituzione di una rete, in grado di supportare tutte le persone che vengono coinvolte in un percorso di cura, dai pazienti, ai parenti e caregiver che necessitano senza dubbio di supporto psicologico e spesso anche pratico, per potersi adattare ai cambiamenti che la malattia oncologica richiede.
Questa visione circolare richiede impegno, nella ricerca di una assonanza che si può raggiungere solo attraverso un Intervento terapeutico integrato su diversi piani, sia in termini di competenze, che dà vita a un lavoro d’equipe, sia dal punto di vista evolutivo e di consapevolezza, là dove scienza e medicina si fondono con la spiritualità e la capacità empatica di sentire l’altro, come parte di noi.
Questo è un nuovo orizzonte della scienza.
Quando le parole vestono i fatti allora diventano concrete e allora vale la pena usarle per raccontare che abbiamo ancora chi si spende per offrire servizi di qualità a tutela della salute .
Grazie a tutto il personale sanitario che lavora quotidianamente affinché le persone non perdano il sorriso e la possibilità di vivere, cogliendo tutti quei dettagli che fanno la differenza e per cui vale la pena esistere.
Rosaria Giagu, psicologa psiconcologa