Sono stati presentati, in occasione della Giornata Mondiale dell’Alzheimer, presso il Salone di Rappresentanza del Presidio del Nuovo Regina Margherita, i progetti “Caffè Alzheimer” e il “Giardino Alzheimer” della ASL Roma 1.
Il progetto “Caffè Alzheimer”, frutto dell’esperienza della Geriatria della ASL Roma 1 a supporto delle persone con malattia di Alzheimer, nasce per mettere in rete tutti gli attori e creare un spazio accogliente dove pazienti e familiari possano conversare e passare alcune ore in un clima sereno e disteso. Gli Alzheimer Café, nascono nel 1997 da un’idea del medico olandese Bère Miesen, sono luoghi sicuri dove le persone con demenza, i loro familiari e i carer professionali si possono incontrare in modo informale e trascorrere alcune ore in un’atmosfera accogliente e centrata sull’ascolto. Possono così mantenere vive le relazioni sociali, combattere l’isolamento e lo stigma che li circonda, spezzare la faticosa routine dell’assistenza, parlare dei propri problemi e delle strategie trovate per risolverli, conoscere meglio la malattia.
Il “Giardino Alzheimer”, invece, interessa principalmente il setting riabilitativo: due volte alla settimana le attività di riabilitazione geriatrica verranno svolte nel secondo chiostro del Nuovo Regina Margherita. Gli esercizi cognitivi e motori, invece di svolgersi in palestra, verranno realizzati in un chiostro storico del ‘700, dove sono previste diverse attività tra le quali anche giardinaggio, un contesto sicuramente più stimolante dove svolgere la riabilitazione.
La presentazione dei progetti ha visto una folta partecipazione tra professionisti, associazioni del settore e famiglie “La giornata mondiale dell’Alzheimer è un momento in cui tutta la popolazione è invitata a riflettere su questa patologia così importante sia per il numero di casi, sia per la sua gravità – dichiara il Dott. Cipriani, Direttore della UOC Geriatria della ASL Roma 1 – L’Alzheimer è una patologia che colpisce non solo il paziente ma coinvolge anche la sua famiglia. Attualmente non ci sono cure, ma abbiamo sicuramente diversi trattamenti. La Geriatria della ASL Roma 1 ha una attenzione particolare nei confronti di questa malattia – prosegue il Dott. Cipriani – Oltre ad avere un centro diagnostico per le demenze, in questi ultimi due anni abbiamo messo in campo una serie di iniziative a favore dei familiari realizzando corsi di formazione, gruppi di auto aiuto e sostegno e attivando un telefono Alzheimer per informazioni. Oggi presentiamo altri due strumenti assistenziali utili al paziente e alla sua famiglia perché il Caffè Alzheimer è un luogo di incontro dove non c’è lo stigma del malato e dell’accompagnatore, ma tutti i partecipanti sono sullo stesso livello e si ritrovano in compagnia, come in un bar. Questa attività, insieme al giardino, arricchiscono l’esercizio terapeutico e aumentano l’offerta di sostegno e aiuto da parte della Geriatria della ASL Roma 1”.
Il Commissario straordinario della ASL Roma 1 Giuseppe Quintavalle sottolinea l’importanza del senso di comunità, apertura e collaborazione tra le diverse realtà “continuiamo questo nostro percorso di apertura verso il territorio. Da oggi la cittadinanza avrà la possibilità di agire e interagire con noi, di partecipare ad uno scambio culturale e alle tante iniziative che realizzeremo. Culturalmente la nostra ASL è ben disposta a sostenere le Associazioni di categoria e tutto il Terzo settore, realtà che rappresentano una delle caratteristiche positive della nostra società. Siamo in un luogo importante – continua il Commissario straordinario Quintavalle – perché il Nuovo Regina Margherita sarà uno dei primi modelli di Casa della comunità, dove potremo creare dei servizi pluri specialistici che funzioneranno in maniera costante e continuativa h24. Questo posto deve diventare il cuore pulsante di un Municipio importante e dovrà dedicarsi in particolare ad un concetto nuovo di presa in carico, seguendo un approccio di accompagnamento. Il Caffè Alzheimer è un importante modello che abbiamo deciso di seguire ma se saremo in grado di fare rete tra il sociale, il sanitario e facciamo coinvolgere anche le istituzioni politiche saremo veramente in grado di creare progettualità efficaci in grado di ottenere finanziamenti. È arrivato il momento – conclude Quintavalle – di iniziare a lavorare seriamente sulla domiciliarità e a colmare quel vuoto e quella sensazione di abbandono che vivono molte persone offrendo sempre di più attenzione e servizi.”