«Spegnete tutto, andate via e la cosa finisce qui». Queste le uniche parole riferite da Adamo alle telecamere di “Chi l’ha visto?”, un uomo di Imola, rappresentante di casalinghi, che dieci anni fa ha fatto perdere le sue tracce dopo aver lasciato tre lettere ai suoi familiari, facendo intendere in un gestro estremo e dopo che la sua auto è stata ritrovata ad Ancora. In realtà Adamo si era imbarcato, non per suicidarsi dal traghetto, come aveva pensato inizialmente sua moglie, ma per andare e vivere in Grecia a Patrasso, dove nel frattempo è riuscito a rifarsi una vita.
Era infatti il 7 luglio del 2013 quando i familiari si vedono arrivare tre lettere di cui una indirizzata ai suoi genitori. “Ciao mamma e papà, non avrei mai voluto farvi del male, ma purtroppo è andata sempre male e adesso è arrivato il momento di farla finita. Cercherò di fare bene almeno quest’ultimo passo, per risparmiarvi almeno il dolore del funerale. Mi raccomando solo una cosa, la più importante: date una mano a Raffaella e alle bambine”.
Raffaella, che non ha mai creduto che si fosse realmente ucciso, non si rassegna, pensa alle figlie e al fatto che Adamo era un bravo padre e non le avrebbe mai abbandonate. Nel 2015 la Procura di Bologna chiede di archiviare il caso, ritenendo verosimile l’ipotesi del suicidio. Anni dopo Raffaella chiede il divorzio, ma la pratica non va avanti e in maniera quasi casuale fa una scoperta. «L’avvocato mi ha chiamato – racconta alla trasmissione – e mi ha detto che mio marito non era uno scomparso, ma era vivo». Infatti, a febbraio del 2022 ha fatto richiesta all’Aire (Anagrafe italiani residenti all’estero) di essere un cittadino italiano residente in Grecia. Le telecamere della trasmissione Rai sono state liquidate con poche e dure parole. Un gesto poco signorile ed estremamente vigliacco a cui Raffaella, così come altre persone vengono spesso colpite da questo comportamento. Alcune in maniera meno eclatante rispetto a quello del marito di Raffaella, ma comunque il fatto di sparire dall’oggi al domani è un atteggiamento vile, spesso indentificato dagli psicologi come “ghosting”, un comportamento che lascia la vittima incredula, impotente e con tutti i suoi sentimenti dall’amore alla sofferenza senza capire esattamente cosa stia accadendo. Alle volte le vittime rimangono talmente traumatizzate da non riuscire a riprendersi completamente dall’accaduto, questo perché come tutte le storie, comprese le favole, hanno un inizio e una fine. Il non sapere e restare nell’incertezza è devastante, mentre dall’altra parte l’altra persona non vendendo tutto questo e non creandosi il problema del male causato, ma pensando solo ed esclusivamente a se stessa, va tranquillamente avanti.
Claudia Reale
Redattrice L’agone