Dichiarazione del Presidente Fegica (benzinai), Roberto Di Vincenzo, del 25.9.2023
# Dopo mesi di annunci e grandi promesse, la montagna non è riuscita a partorire neanche il topolino. Il “bonus benzina”, che di per sé stesso appare essere meno di una mancia anche per i “meno abbienti”, sarà per lo più inaccessibile ai lavoratori a reddito fisso ed ai pensionati sopra al minimo, finendo in buona parte per essere incassato da ricchi proprietari di auto di lusso che sanno bene come nascondere al fisco sé stessi ed il proprio ISEE. Quel che è peggio è che il provvedimento non avrà alcun effetto calmierante sui prezzi dei carburanti, esattamente come è già avvenuto con il cartello dei prezzi medi, riconosciuto da tutti come un flop. Di conseguenza, anche tale provvedimento sarà magari servito ad incassare un po’ di consenso, ma non avrà alcun impatto sull’inflazione e tantomeno sull’aumento di beni e servizi essenziali che si servono dei carburanti sia per essere prodotti che per essere distribuiti. Non si tratta di intervenire a sostegno di questo povero o di quello ricco. Siamo nel pieno di una emergenza economica nazionale che necessita, oltre al resto, di un intervento del Governo diretto sul prezzo e, quindi, inevitabilmente sulle accise, unica leva al momento disponibile, non avendo alcuno strumento per effettuare “operazioni di bonifica” né sull’OPEC, né sulle speculazioni dei mercati finanziari internazionali. Utilizzare il maggiore gettito non previsto di IVA, conseguente all’aumento dei prezzi, per tagliare di almeno 1,5 cent/lt le accise da qui alla fine dell’anno, non è solo possibile, ma è già legge dello Stato, così come previsto dalla Finanziaria approvata dal Governo all’inizio del 2023. Allo stesso modo, appare ormai necessario che sia chiesto altrettanto, in termini di contributo all’emergenza economica nazionale, anche all’industria petrolifera che, proprio per effetto dell’impennata delle valutazioni internazionali dei prodotti grezzi e finiti, ha realizzato straordinari extraprofitti finanziari. Senza contare la lunga stagione di utili della raffinazione nazionale e internazionale. Insomma, dopo l’Africa, ora è necessario mettere a punto un “piano Mattei” anche per l’Italia e gli italiani, se non si intende continuare a declinare la politica come se fosse solo una sommatoria di spot elettorali, senza alcun effetto sulla vita reale dei cittadini!