L’Italia è famosa in tutto il mondo per la sua ricca varietà di prodotti enogastronomici.
Tra questi se ne trovano alcuni veramente particolari come il Pecorino di Farindola, un formaggio abruzzese la cui produzione è prerogativa delle donne, che di generazione in generazione se ne tramandano la ricetta.
Il Pecorino di Farindola trae le sue origini dal piccolo paese di Farindola, situato sulle pendici del Gran Sasso in Abruzzo, ed è oggi prodotto anche in altri 8 comuni limitrofi nelle province di Teramo e Pescara.
Le sue radici sono molto antiche e risalgono addirittura all’epoca romana quando Plinio il Vecchio lo definisce il “formaggio dei vestini”, popolo italico stanziato nella fascia pedemontana del versante orientale del Gran Sasso.
Dopo aver rischiato di scomparire verso la fine degli anni ’90 a causa dello spopolamento dovuto ai fenomeni di emigrazione del dopoguerra, e quindi al progressivo abbandono dell’allevamento ovino, il Pecorino di Farindola è tornato oggi ad essere prodotto non solo per uso casalingo.
La ricetta è sopravvissuta grazie al tramandarsi delle tradizioni nelle famiglie, e l’inserimento nel registro dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT) e l’istituzione del Presìdio Slow Food hanno fatto sì che la produzione venisse rilanciata e consolidata, contribuendo alla valorizzazione del territorio.
Oggi sono 13 i produttori riconosciuti di questo formaggio. Si tratta di aziende di piccole-medie dimensioni che allevano in totale circa 4.000 pecore, per lo più Pagliarola Appenninica, una razza autoctona in via d’estinzione.
Abbiamo detto che la peculiarità di questo formaggio è che la fase della produzione vera e propria può essere condotta esclusivamente dalle donne, una pratica che è sancita addirittura nel disciplinare di produzione.
L’uso contadino diffuso in molte regioni secondo cui l’uomo conduceva le pecore al pascolo e la donna si occupava della produzione del formaggio è diventato a Farindola un valore culturale, tanto che il Pecorino di Farindola è oggi conosciuto anche come “Il Formaggio delle donne” e che nelle etichette di tutte le forme è indicato il nome della donna che le ha prodotte.
Ma le particolarità di questo formaggio non finiscono qui. Per la produzione del Pecorino di Farindola si utilizza infatti il caglio di maiale, invece di quello bovino o caprino, che gli dona un sapore e una consistenza distintivi. Si tratta di una rarità nel panorama caseario non solo italiano, ma addirittura mondiale. Prerogativa delle donne è anche la preparazione di questo particolarissimo caglio.
Il Pecorino di Farindola, quindi, non è solo un formaggio, ma un tassello della storia e della cultura dell’Abruzzo. Rappresenta una tradizione viva, portata avanti da generazioni di produttori che, con passione e dedizione, conservano un patrimonio di saperi e sapori inestimabili.
Sara Fantini
Redattrice L’agone