Educazione, nuove generazioni e cittadinanza attiva sono state le tematiche al centro del panel “Oltre l’individuo”, che si è tenuto a Palazzo Vecchio nel corso della 5ª edizione del Festival Nazionale dell’Economia Civile.
La cittadinanza attiva, nella visione di un’economia civile, è un motore di sviluppo che riesce a mettere in relazione responsabilità individuali e percorsi collettivi.
Annalisa Savino (Preside del liceo Leonardo Da Vinci di Firenze), intervenuta nella discussione, ha dichiarato: «Noi lavoriamo sull’educazione civica e sulla costruzione del senso di comunità. Abbiamo un progetto con un calendario che stimola la partecipazione dei ragazzi su determinati temi. Il 25 novembre, ad esempio, parleremo di violenza contro le donne: in quella data non ci saranno le materie tradizionali, come il latino o la matematica, ma diamo spazio ad iniziative organizzate dai ragazzi per far riflettere e coinvolgere gli studenti. L’obiettivo è stimolare la partecipazione e l’elaborazione del pensiero critico, attraverso un percorso pensato e organizzato dai ragazzi stessi.
Le famiglie hanno reagito bene, mentre la reazione dei docenti è stata più complessa e questo comporta fatica. Ci sono, infatti, delle sacche di resistenza da parte di alcuni insegnanti, che ancora pensano che per arrivare alla maturità serva solo trasmettere nozioni per superare l’esame. Serve, invece, un equilibrio per offrire una preparazione più completa, anche attraverso la partecipazione degli studenti, che su molti temi sono più avanti di noi».
Ester Barel (portavoce nazionale di Fridays For Future) ha invece detto: «Il nostro è un movimento orizzontale, che lotta per la giustizia sociale. Ho vent’anni e ho iniziato a fare attivismo quando avevo 16 anni. Negli anni il movimento, che è nato nel 2016, è riuscito ad avvicinare molte persone ed è cresciuto sia in Italia che nel mondo, non solo in termini quantitativi ma di consapevolezza riguardo la crisi climatica e i suoi impatti sulle nostre vite. Tutto quello che conosciamo è a rischio in questo momento: questa è una fonte di angoscia ma anche una grande opportunità per cambiare i paradigmi attuali. Chiunque può essere parte della soluzione, l’azione più importante è non pensare come individui, ma come parte di una collettività: questa per noi è la partecipazione attiva.
In Italia sono attivi 55 gruppi composti da persone di età eterogenea, ci sono persone di tutte le età specialmente oggi che il tema della salvaguardia ambientale non può più essere separato dal tema del lavoro: non è più accettabile il ricatto per cui si deve scegliere tra lavorare e proteggere l’ambiente».