19 Dicembre, 2024
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Kaushik Basu: «Flussi migratori, l’Italia è in prima linea. Non può essere lasciata sola»

Kaushik Basu (ex Capo consigliere economico del Governo indiano e Chief Economist della Banca Mondiale dal 2012 al 2016) ha preso parte alla 5ª edizione del Festival Nazionale dell’Economia Civile, toccando temi di attualità politica.

Il Governo Meloni sta mettendo in atto una serie di azioni per contrastare l’aumento esponenziale dei flussi migratori – soprattutto clandestini – in Italia.  E polemizza con l’Europa e con la Germania per la non condivisione politica del problema. In sostanza, l’Italia viene lasciata sola. Come giudica la posizione del Governo italiano riguardo a questo tema?
Le preoccupazioni del Governo italiano sono comprensibili, perché l’Italia è in prima linea nell’affrontare il complesso problema dei flussi migratori. Esiste però la questione umanitaria: i migranti fuggono dai loro paesi per problemi legati ai conflitti e soprattutto a causa dei cambiamenti climatici che rendono il territorio invivibile. Piuttosto che prendersela con i migranti bisogna intensificare il dialogo europeo e affrontare il problema collettivamente, coinvolgendo i Paesi rivieraschi, soprattutto la Grecia. Le decisioni unilaterali non aiutano.

Come valuta la visione “aiutiamoli a casa loro” che spesso viene utilizzata quando si parla di come poter ridurre i flussi migratori?
È certamente opportuno lavorare nella direzione di un miglioramento della situazione economica dei paesi di origine dei migranti. Non è una soluzione facile, ma è necessaria. Migliorare le condizioni economiche della popolazione di alcuni Paesi africani può senza dubbio essere una scelta politica importante per raggiungere l’obiettivo di limitare i flussi migratori. Quindi è giusto andare là dove il problema esiste: la ricetta non può essere però applicata unilateralmente. È infatti molto complicato per un singolo Paese ottenere risultati. Diventano allora preziosi l’esperienza e il supporto di organizzazioni multilaterali come, ad esempio, la Banca Mondiale che con i suoi progetti mira a intervenire per migliorare le condizioni economiche di questi Paesi.

Parliamo di immigrazione economica: resta una questione legata ai lavori a bassa specializzazione? Cresce al tempo stesso nei Paesi occidentali anche l’immigrazione di personale altamente qualificato?
Nel mio Paese, l’India, l’emigrazione qualificata verso l’Occidente viene considerata un vantaggio perché vengono ad aprirsi corridoi di comunicazione e di scambio. Inoltre, i migranti economici qualificati sono in grado di far rientrare il denaro attraverso le loro rimesse. Al tempo stesso i Paesi occidentali accettano e apprezzano questa migrazione altamente specializzata e molto professionale. La questione dei migranti con bassa specializzazione è invece molto più complessa: è questo segmento più povero che necessita un piano di azione e il coinvolgimento della società civile. Ecco perché il Festival dell’Economia Civile di Firenze rappresenta un momento importante per individuare soluzioni sostenibili.

 

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