“La componente Pluralismo e Libertà dell’Usigrai esprime profondo sconcerto per il messaggio audio video realizzato dalla maggioranza Usigrai mandato in onda alla fine delle edizioni regionali nei tre giorni di sciopero delle firme”. E’ quanto affermano i membri della componente sindacale di Pluralismo e Libertà (presente in Usigrai).
“Un messaggio che non solo è un vero e proprio linciaggio contro un singolo collega, ma che mette in discussione la procedura del job posting che è stata voluta dalla stessa Usigrai e che è stata seguita nella nomina del caporedattore della Sardegna”, spiegano, “Uno sciopero delle firme a cui tutte le redazioni regionali sono state chiamate, ma che nella stessa Sardegna è un flop per le scarse adesioni. La maggioranza Usigrai quindi, oltre che ad attaccare un collega, sconfessa se stessa e le regole che ha voluto per il job posting. In fatto di “porte girevoli” o di carriere nelle quali si intrecciano politica e incarichi aziendali, o politica e incarichi sindacali, la sinistra e l’Usigrai non sono secondi a nessuno. Strano che in passato la maggioranza Usigrai non abbia sentito l’esigenza di indire uno sciopero e realizzare un simile spot contro Piero Marrazzo che, dopo essere stato presidente della Regione Lazio per il centrosinistra, è tornato in Rai ed è stato nominato corrispondente da Gerusalemme, senza nemmeno un job posting. Non si ha memoria di simili iniziative neanche quando il collega Roberto Natale, già ai vertici del sindacato, ha prestato servizio come portavoce della presidente della Camera Laura Boldrini, per poi rientrare in Rai ed essere nominato vicedirettore e direttore. La maggioranza Usigrai non ha sentito l’esigenza di indire uno sciopero delle firme quando il collega Gianmarco Trevisi, dopo l’esperienza di portavoce dell’ex presidente del Consiglio Enrico Letta, è rientrato in Rai ed è stato nominato vicedirettore al Gr. Non abbiamo visto la maggioranza Usigrai tuonare contro la collega Donatella Bianchi, caporedattore e candidata per i 5 stelle alla presidenza del Lazio, che ha fatto la campagna elettorale e, perse le elezioni, è tornata in Rai, riprendendo subito la conduzione di un programma molto ambito da tanti colleghi. Né abbiamo visto la maggioranza Usigrai indire scioperi quando i colleghi dopo l’esperienza di parlamentari o europarlamentari sono tornati a lavorare per la Rai: Giuseppe Giulietti, Piero Badaloni, Michele Santoro. E l’elenco potrebbe continuare. Nessuno mette in discussione la professionalità dei colleghi che hanno prestato servizio nelle istituzioni e poi sono rientrati a lavorare in Rai. La logica della maggioranza Usigrai, invece, colpendo un collega solo perché non allineato, mette in discussione anche la professionalità di chi in passato ha lavorato per la nostra azienda e ha prestato servizio in politica o nelle istituzioni, per poi tornare a lavorare in Rai una volta terminato il mandato. Attaccare un collega non vuol dire fare sindacato né tutelare i diritti degli altri colleghi”.