23 Dicembre, 2024
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La scuola come maestra (e allieva) di vita

Le parole della Dirigente scolastica Lucia Lolli, tra aspettative e bilanci

La scuola, contenitore di idee e propositi, luogo di incontro e confronto, possibilità di crescere insieme imparando però a camminare da soli. E’ proprio la scuola, maestra e allieva attenta allo stesso tempo, ad avere il compito più arduo; accompagna e sorregge le paure di ragazzi destinati a diventare uomini e donne competenti e strutturati, deve saper educare ma non intimorire, aiutare ma non deresponsabilizzare. E’ proprio questo che si evince nelle parole della prof.ssa Lucia Lolli, dirigente scolastico, ma in realtà molto altro; con mano ferma ma delicata riesce a guidare giovani adolescenti verso la vita, insegnando loro quando è il momento di lasciare quella mano e capire così la bellezza di sfidare l’equilibrio.

 Se potesse sfregare la sua lampada magica quali sarebbero i tre propositi che chiederebbe per realizzare al Vian la sua idea di scuola?

“La mia idea di scuola si fonda su tre pilastri fondamentali: centralità della persona, territorio e innovazione metodologico-didattica. In primo luogo, credo fermamente che il duro lavoro e il coinvolgimento della comunità educante siano gli elementi precipui con cui costruire una scuola realmente inclusiva, una scuola che ascolta e, come è giusto che sia, l’ascolto parte dai bisogni degli studenti e delle famiglie per porre in essere una progettazione efficace. Tengo fede al proposito di dialogare con tutti gli attori del processo di apprendimento, studenti in primis, perché ciascuno possa sentirsi tassello prezioso e unico di un percorso di crescita soddisfacente e significativo. In secondo luogo, il territorio, risorsa, fattore e prodotto dell’apprendimento, deve avere un ruolo preminente attraverso la costruzione di una rete solida che sostenga, stimoli e supporti tutta la comunità educante; a tal proposito la convenzione firmata con la ASL Roma 4 nella persona della dott.ssa Cristina Matranga per la realizzazione di un PCTO in sinergia con associazioni ed Enti del territorio, rappresenta il risultato di un lavoro virtuoso, in cui ciascuno ha sentito l’importanza di offrire agli studenti opportunità per consolidare competenze e per porre le basi di una scelta consapevole dopo il Liceo. Infine, i fondi del PNRR ci hanno consentito di dotare l’Istituto di strumentazioni che favoriranno l’apprendimento attivo e saranno prodromiche al necessario e, ormai ineludibile, rinnovamento delle metodologie e della didattica”.

Dalla cronaca e dall’esperienza sembra quasi che manchi un’affezione degli studenti nei confronti della scuola; quale potrebbe essere la chiave di volta per far apprezzare di nuovo l’esperienza scolastica?

“La complessità sociale, pone alle Istituzioni scolastiche sfide sempre più ardue. La scuola non può più pensare di restare un’organizzazione burocratizzata e gerarchica, ma deve necessariamente diventare un sistema che promuove la cultura del risultato e diventa serviente con un protagonista, lo studente, non più passivo ma coattore del sistema scolastico. In una società ormai globalizzata che dilata, fino a farli scomparire i confini economici, sociali e culturali, e impone una sempre maggiore specializzazione e competenza dei soggetti in età lavorativa, alle prese con l’avvento della società dell’informazione e col rapido progresso della rivoluzione tecnica e scientifica, l’unica soluzione possibile sembra essere quella di puntare sul fattore umano come risorsa che crea ricchezza, unico antidoto alla crisi per tenere il passo del cambiamento. Che modelli proponiamo ? Siamo davvero capaci di promuovere competenze, autonomia e apprendimento? La scuola è chiamata a ripensarsi in modo radicale, a mettere in crisi pratiche consolidate, impostazioni e strutture sedimentate, atteggiamenti e comportamenti assodati. Solo abbandonando il vecchio sistema trasmissivo, che pure è stato efficace per tante generazioni, possiamo sperare di riconquistare la fiducia e l’attenzione dei giovani. Dobbiamo non subire il cambiamento, ma assecondarlo cercando soluzioni adeguate ai diversi stili cognitivi dei nostri studenti, non trascurando l’esercizio dell’intelligenza emotiva quale collante per costruire relazioni efficaci. Senza rinunciare ai contenuti, che rappresentano il cuore pulsante della formazione, dobbiamo elaborare strategie di ascolto e accoglienza che mirino a creare un ambiente di apprendimento sicuro e accogliente in cui i giovani si sentano a loro agio”.

“Schola magistra vitae est”: può essere, secondo lei, ancora valida come locuzione e in che modo?

“L’istituzione scolastica rappresenta ancora oggi, nonostante i molteplici cambiamenti che ha dovuto subire e metabolizzare, l’agenzia formativa per eccellenza, l’unica che svolge un mandato intenzionale e sistematico. Resta prerogativa della scuola la formazione, l’istruzione e l’educazione e resta compito precipuo ricondurre ad unità gli apprendimenti non formali e informali che concorrono alla formazione della persona e del cittadino. Il percorso che ciascuno compie nei diversi ordini di scuola, resta fondamentale perché concorre alla conquista di sé, alla conoscenza dei propri punti di forza e all’accettazione dei propri punti di debolezza per progettare il proprio domani. Credo che ancora oggi la scuola possa realizzare il mandato costituzionale di rimuovere gli ostacoli, superare le differenze, di assicurare, a chi lo desidera, quelle conoscenze e quelle competenze necessarie per costruire il proprio domani partendo dalla formazione di cittadini attivi e consapevoli e poi di professionisti responsabili e capaci di portare un contributo essenziale per la crescita di tutti. L’attenzione posta sulla didattica orientativa segna la volontà di fare del percorso scolastico un vero esercizio di preparazione per trovare, fuori dalle mura scolastiche, il proprio posto nel mondo, dotati dei necessari strumenti per muoversi nella complessità e nel cambiamento. Mi piace ancora pensare che, attraverso l’alleanza con la famiglia e con gli studenti, sia possibile, nel rispetto dei ruoli di ciascuno, lavorare insieme per il benessere delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi e, soprattutto, per essere il cambiamento che tutti desideriamo, per essere la risposta ferma e consapevole alla deriva di una cultura della violenza e della sopraffazione che non ci possono e non ci devono appartenere. A scuola imparano non solo gli studenti, ma anche tutta la comunità cresce e migliora”.

Qual è il progetto, o i progetti, più ambiziosi che ha in mente di realizzare per gli anni avvenire?

“Nell’immediato siamo concentrati sull’orientamento in entrata: il nostro Liceo rappresenta un’eccellenza di questo territorio e vanta un’offerta formativa di ampio respiro, volta ad offrire a studenti e famiglie esperienze significative e di qualità. In accordo con le scuole del territorio sabatino, i nostri studenti offriranno un supporto di studio ai più piccoli, attraverso la metodologia del peer to peer, partendo proprio dal recupero della socialità e dell’incontro, quali elementi essenziali del sostegno allo studio. Il nostro obiettivo è rendere il nostro Istituto accogliente e aperto al territorio, promotore di una rete che sappia essere di supporto a chi è in difficoltà. Un progetto importante riguarda poi la sede di Anguillara che, a breve, sarà oggetto di lavori per una razionalizzazione degli spazi concordata con Città Metropolitana che ne semplificherà la gestione e assicurerà sicurezza di ogni studente. Inoltre, proseguiremo con la formula della Lectio Magistralis che ci ha dato tante soddisfazioni nel precedente anno scolastico e che ha visto il nostro Istituto accogliere relatori di straordinario calibro che hanno illuminato il nostro percorso in diversi ambiti della conoscenza. Infine, nel cassetto, ma non troppo, ho in mente la creazione di un Comitato Tecnico Scientifico per valorizzare le straordinarie professionalità presenti nel corpo docente e per dare al nostro Liceo il ruolo di motore della cultura nel nostro territorio, per imprimere una sempre maggiore qualità alle iniziative di formazione destinate non solo alla comunità scolastica, ma a tutto il territorio di cui il nostro Istituto è un fiore all’occhiello. Tra i progetti ambiziosi vedo l’ istituzione di poli di istruzione verticali come laboratori permanenti di ricerca, innovazione, partecipazione e apertura al territorio, all’interno dei quali possono essere intraprese azioni di sperimentazione e innovazione”.

Idee chiare, progetti ambiziosi, audacia e abnegazione: sono questi gli ingredienti della dirigente Lolli per trasformare la scuola in un faro luminoso, la prima e più chiara luce verso il cammino della vita.

Ludovica Di Pietrantonio
Redattrice L’Agone

 

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