5 Novembre, 2024
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Il predominio dell’uomo sulla donna

Ho visto il film della Cortellesi “C’è ancora domani”, due considerazioni preliminari: con toni pacati viene descritto alla perfezione il possesso della donna da parte di un marito perfettamente integrato nella mentalità ricorrente, il suocero suggerisce al figlio di picchiarla con minor frequenza, per non abituarla, ma quando necessario più duramente; seconda considerazione, la sala piena ma età media molto elevata, stimata 60 anni. Spero che i giovani vadano a vedere questo film/saggio.

Perché prendo spunto da questo film? Perché lo stillicidio, quasi quotidiano, di crimini commessi sulle donne ha raggiunto livelli inaccettabili. Secondo dati ufficiali del Ministero degli Interni, dal 1 gennaio al 12 novembre di quest’anno sono stati registrati 285 omicidi, con 102 vittime donne, di cui 82 uccise in ambito familiare/affettivo; di queste, 53 hanno trovato la morte per mano del partner/ex partner. Mancano dati o sono incompleti sulle violenze non denunciate di sopraffazione psicologica o di lesioni. Il fenomeno non è solo italiano ma europeo, vedendo il grafico qui accanto è impressionante il confronto con altri stati e di grande cultura umanistica: ci sorpassano in questa triste classifica Germania e Francia.

I dati si riferiscono al numero di omicidi volontari con vittime di sesso femminile commessi da familiari o (ex) partner, in rapporto alla popolazione femminile totale. Non sono disponibili i dati di 12 dei 27 paesi dell’Ue: Cipro, Estonia, Belgio, Irlanda, Portogallo, Danimarca, Finlandia, Slovacchia, Polonia, Bulgaria, Lussemburgo e Romania.

Alcune misure di eguaglianza di genere, prese da numerosi stati, iniziano a avere effetti positivi, vedi con l’esempio parità salariale, maggiori diritti per l’assistenza ai figli. Ma da un punto di vista culturale la donna viene ancora percepita come un essere debole e inferiore all’uomo. Non basta l’esempio l’avere in posizioni apicali donne, bisogna combattere una non cultura basata sulla supremazia di una parte auto ritenentesi più forte in base a requisiti avuti sin dalla nascita. Dovremmo combattere spot pubblicitari in cui le donne sono viste come oggetti, sguardi sempre seducenti o ammiccanti, programmi televisivi, molto seguiti, dove volgarità e trivialità sono di casa, ma anche programmi piagnucolosi e/o di finta socialità.

E’ da annoverarsi di questi giorni la morte di un’altra povera ragazza uccisa forse perché si laureava prima del suo ragazzo e quindi poteva aspirare da subito a una carriera lavorativa differente. La crudeltà di questi omicidi è paragonabile ai delitti di mafia, il volto della vittima deve essere distrutto in toto o in parte per togliere alla vittima qualunque forma identitaria. Il tutto in nome di un “amore”.

Anche nella vita quotidiana o in quella lavorativa, l’uomo non gradisce di essere superato o comandato da una donna; nel mondo lavorativo in genere la professionalità di una donna deve essere, molto spesso, di gran lunga superiore per poter raggiungere lo stesso livello. Ricordiamoci che talune professioni o attività erano precluse alle donne fino a pochi annifa.

L’Agone Nuovo da tempo ha recepito l’esigenza di diffondere una diversa visione del vivere in una società in cui vengano rispettati i diritti di tutti, che come recita la nostra Costituzione all’articolo 3 prevede: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. Ecco quindi il costante impegno del L’Agone Nuovo con le scuole, ma non solo, per parlare con i giovani di bullismo e di parità di genere anche con il supporto di esperti sia in psicologia, sia criminologi.
Claudio Cappabianca

 

 

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