16 Luglio, 2024
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Libri, “Pietre”, una via italiana al “giallo”

Venerdì 24 novembre, presso il Circolo del PD di Anguillara Sabazia, condotta da Luigi Lozzi, si è tenuta la presentazione del libro di Vespina Fortuna Ledda, “Pietre”, alla presenza dell’autrice e di Maria Rita Urbani che si è occupata della lettura di alcune pagine. Che il ‘Giallo’, come forma letteraria nelle sue svariate declinazioni, non fosse appannaggio esclusivo dell’universo anglosassone lo si era capito da tempo, e che costituisse una solida prerogativa narrativa anche per il panorama di casa nostra era assioma altrettanto assodato. Più che verso gli stereotipi ‘consunti’ ed ‘abusati’ del ‘Giallo’ classico dove, per farla breve, era il maggiordomo il maggior indiziato, e l’ambientazione era di solito aristocratica o altolocata, il libro di Vespina Fortuna ci conduce piuttosto verso i ‘luoghi’ anonimi (e quasi ‘sonnolenti’) della quotidianità di un Simenon, per intenderci, dove il crimine si consuma senza alcuna apparente (e/o significativa) premeditazione. “Pietre” è ambientato in Sardegna, nel piccolo (e immaginario) paese di Arzudili nei primi anni ’80, e racconta una delle inchieste dell’ispettrice Andrea Dufour (ne sentiremo parlare di nuovo, posso immaginare), per metà francese e per metà italiana, inviata là a prendere servizio (inconsueto per una donna, a quel tempo, in una provincia lontana e dimenticata) nel locale commissariato e subito alle prese con il caso del ritrovamento di un cadavere sulla vicina spiaggia… Bene, la bontà del romanzo di Vespina Fortuna risiede tutta nella capacità della scrittrice di far crescere l’attenzione e la curiosità del lettore pagina dopo pagina. Non solo fornendo a tempo debito indizi sempre più intriganti che portano alla soluzione del caso ma arricchendo pure la narrazione di descrizioni accurate di ambienti, situazioni e persone del posto, mescolando all’italiano di base esclamazioni in francese e il dialetto sardo. Una piacevole sorpresa da consigliare.
Luigi Lozzi

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