22 Novembre, 2024
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“No More”, verso una cultura di prevenzione

Generazione Musica con un proposito di intenti rinnova la fermezza dello sdegno contro ogni forma di violenza sulle donne e lo fa proprio nella giornata della ricorrenza del 25 novembre, con due giorni di iniziative culturali e musicali, entrambe tenute al teatro Charles De Foucauld di Bracciano. Sabato, nel tardo pomeriggio, moderato dalla dott.ssa Laura Ferranti, si è tenuto un convegno la cui tematica portante è stata la prevenzione e l’educazione, pilastri fondamentali per vincere una cultura di sopraffazione di genere. Il tavolo degli interventi, organizzato dall’impeccabile Alessandro Lembo, presidente di Generazione Musica, era costituito dalla dott.ssa Simona Di Paolo, capoarea delle politiche sociali distrettuali del distretto RM4.3, la prof.ssa Lucia Lolli, dirigente scolastico del Liceo Vian di Bracciano e Anguillara, il dott. Gianluca Di Pietrantonio, criminologo forense e la dott.ssa Mariangela Garofalo dell’associazione Percorsi di Crescita. Come preludio agli interventi, dopo il messaggio di benvenuto del Presidente Lembo, c’è stato il saluto istituzionale del sindaco di Bracciano, Marco Crocicchi e una toccante coreografia ideata da Maria Luisa Pellerito, interpretato magistralmente da un selezionato corpo di ballo. Nel primo intervento la dott.ssa Di Paolo ha illustrato l’importanza di un lungo lavoro di formazione di una rete territoriale volta al contenimento e al sostegno per le vittime di violenza. “Abbiamo lavorato con le scuole, con i Cav, con lo sportello anti violenza, con le forze dell’ordine” dice la capoarea, aggiungendo “ la cosa più difficile è stata la divulgazione del concetto di violenza di genere; siamo entrati nelle scuole, a contatto con i ragazzi, abbiamo decodificato i campanelli d’allarme della spirale della violenza, abbiamo studiato il fenomeno in maniera trasversale. C’è stato attraverso la ricerca sociale, dal 2018 uno studio del fenomeno nel piano sociale di zona; una vera e propria ricerca sociale. Ci interfacciamo con le Asl, con le scuole, con le associazioni del territorio, per intercettare il fenomeno che si estende proprio sul nostro territorio. Abbiamo capito quanto fosse strutturale il problema della violenza di genere oggi e da dove partire per risolvere aspetti legati a una prevenzione primaria”. In conclusione del suo intervento la dott.ssa ha aggiunto: “l’attenzione deve essere alle cose quotidiane, alle piccole azioni che portano in sé messaggi e comportamenti che devono essere analizzati per essere poi ridecodificati”. Intenso, concreto, lungimirante e determinato è stato il secondo intervento di Lucia Lolli, che ha dato l’abbrivio alle sue riflessioni partendo da una breve ricostruzione storica rispetto a quello che è, ed è stato, il ruolo della scuola. “Il decreto dell’autonomia ci dice che la scuola deve educare, formare, istruire. E ce lo dice in questo ordine. Abbiamo aggiunto, ma è forse il momento di fermarsi. Questo voler aggiungere nel tentativo di sopperire quello che manca al di fuori della scuola ci ha portato a perdere di vista quello che abbiamo già. Ed è tantissimo. Il problema va visto da un’altra angolazione, siamo noi che dobbiamo riconoscere di aver fallito come educatori, abbiamo deresponsabilizzato i nostri ragazzi e lo stiamo continuando a fare. Educare significa aggiungere quello che già i bambini devono aver appreso fuori dalla scuola. Non possiamo derogare tutto all’istituzione, deresponsabilizzandoci completamente come educatori. Bisogna ripartire dal ruolo genitoriale, dalla privazione e dall’educazione. Il padre di Filippo Turetta ha detto “gli abbiamo dato tutto”. Ecco, è necessario ripartire da qui. Stiamo negando ai nostri ragazzi la resilienza, la possibilità di cadere e rialzarsi”. C’è forza e passione nelle parole della dirigente, che ha colto il vivo del vulnus educativo dei giovani. Spiazzante, delicato e concreto è stato il terzo intervento di Gianluca Di Pietrantonio, che raccontando un’antica favola catalana, ha metaforizzato la tendenza delle donne a selezionare i loro aguzzini, obbedendo a una sorta di programma segreto con cui dimostrare a se stesse di avere la forza per poterli cambiare. Ha quindi illustrato l’infaticabile lavoro di prevenzione e repressione svolto nel suo ruolo istituzionale, condividendo procedure e metodologie di ascolto e intervento nei casi concreti di maltrattamento, che sul territorio si registrano in aumento. Anche il criminologo ha enfatizzato l’indispensabilità di fare rete tra le diverse realtà territoriali; professionalità a supporto e sostegno di un progetto comune. Conclude il suo intervento sottolineando come, per arginare il fenomeno della violenza, non sia sufficiente puntare sulla repressività dell’azione giudiziaria quanto piuttosto sia più urgente riattivare una cultura educativa fondata sui valori, accennando al suo lavoro di divulgazione nelle scuole e tra i giovani. L’ultimo intervento ha rappresentato la voce del terzo settore. “Percorsi di crescita è un associazione nata diversi anni fa, ci occupiamo di solidarietà sociale nel campo dell’istruzione, della formazione, della tutela. Siamo consapevoli che è importante lavorare insieme alle istituzioni e trovare un concentrato in alcuni ambienti ben precisi”; la dott.ssa Garofalo ha poi accennato a diversi progetti realizzati e da realizzare, sostenuti dalla Regione Lazio, dal Comune di Bracciano e Civitavecchia, nonché da altre partnership. “Siamo molto motivati, siamo consapevoli che il tema è molto delicato e che lavorare sugli stereotipi e sulla costruzione dell’identità di genere sia uno degli strumenti sui quali lavorare per prevenire la violenza di genere”. Come è nella natura di Generazione Musica, un secondo momento di alto impatto, è stato affidato all’arte, declinata in musica, danza e recitazione teatrale. Nel pomeriggio di domenica infatti si sono alternati sul palco del teatro Charles De Foucauld coreografie di danza e piece teatrali che hanno commosso, incantato ma anche esaltato il numeroso pubblico presente. No More, il progetto artistico culturale ideato da Lembo, appare quasi un ossimoro nel rinnovamento di un grande successo di pubblico e d’intenti.
Ludovica Di Pietrantonio
Redattrice L’Agone

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