16 Novembre, 2024
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L’agone, coerente con la Costituzione, ripudia la guerra

Recita così l’art.11: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.

Siamo retrocessi, dopo 75 anni di apparente quiete, in un vortice di contese che mettono in serio pericolo l’equilibro pacifico dell’Europa, anche per responsabilità di governi guidati da uomini senza scrupoli, a volte incompetenti, e perlopiù privi di sentimenti e di ragione.

 

La guerra è una sconfitta sempre

Non esiste motivazione valida e umana che giustifichi la uccisione di migliaia di persone, adulte e bambini, come sta accadendo in questi giorni e anni.

La violenza in sé, la violenza in famiglia, il linguaggio scurrile e volgare usato in privato e in pubblico è sbagliato e diseducativo; fa male ai fragili e prima ancora ai bambini che udendo e acquisendo quel linguaggio imparano, crescono e giustificano il loro diritto alla violenza.

Niente e nulla può far passare l’azione violenta come forma di monito per raddrizzare un percorso iniziato male, per ripagarsi di un torto subito, per risanare una ferita aperta.

Dovremmo occuparci di più della Natura, che si ribella in modo imprevedibile anche per i danni da noi provocati. Abbiamo bisogno di difenderci dai cataclismi e non di incrementare la produzione delle armi per poi impiegarle a fare la guerra per distruggere e ammazzare.

Che vergogna, non sapere frenare le proprie pulsioni! Spesso siamo travolti dall’onda che ci trascina.

Abbiamo abbandonato la ragione che l’Illuminismo (XVIII sec.) aveva riscoperto e consegnato al mondo come nuovo modello di vita.

Privi di quel tesoro l’istinto ci porta alle guerre, ai totalitarismi, alla Shoah in versione moderna.

Studiosi di filosofia, pedagogia, psichiatria, sociologia, si sono posti la domanda del perché l’uomo fa la guerra per raggiungere la pace, e di alcuni riporto l’estrema sintesi del pensiero.

Perché la guerra?

Umberto De Giovannangeli in un suo articolo “alla ricerca della pace giusta” affermava che la pace giusta e duratura si basa sul rispetto dei diritti di ogni individuo. Cita due grandi della pace giusta: Barak Obama e Papa Francesco.

Papa Giovanni XXIII, eccelso difensore della pace giusta, del quale Hannah Arendt, lesse “il giornale dell’anima”, ebbe a dire che quel libro fu utile a farle “capire perché il mondo intero avesse gli occhi puntati su quest’uomo”. Un libro che insegna a diventare buoni ed evitare il male.

La pace è accordo, armonia, felicità, vita e se è guidata dalla ragione non è una utopia.

“Anche nei tempi bui abbiamo il diritto di aspettarci un pò di luce” (Hannah Arendt).

L’agone nuovo, non si stancherà mai, nel suo piccolo spazio, di essere portatore di sani principi e battersi insieme a tanti per arrivare presto alla Pace.

Franco Marzo

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