17 Luglio, 2024
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Non c’è 2 senza 3

Personale di Fernando Massa in mostra a Manziana

Fernando Massa, delicato artista manzianese, già docente di arte per un’intera vita professionale, ha confermato la Motosi per la sua esposizione personale dal titolo che, inequivocabilmente, ci ricorda essere la terza. Sintetizzando l’esperienza verrebbe da dire semplicemente, una conferma. Alle sue capacità espressive, all’accattivante semplicità, all’immediatezza umana, esternata con un sorriso pulito e pacato, distante da appannaggi di personalismo a favore di una personalità bella. La conferma si avverte già all’ingresso: il clima familiare, l’odore di vin brulé, una delicata musica jazz di sottofondo, un’accoglienza spontanea e calorosa, fa percepire di essere entrati a casa e non in un’area espositiva. Non c’è traccia di formalismo o di conformismo e viene spontaneo e immediato entrare in relazione con i numerosi presenti, grazie alla bonaria indole dell’artista. Tutt’intorno le sue opere come a voler abbracciare uno per uno gli intervenuti; in questo caso la conferma è nella capacità di stupire con l’esaltazione di elementi e tratti semplici, colori caldi, a volte in armonia, a volte in provocatorio contrasto. Ogni scelta del maestro Massa è l’antitesi della casualità, a partire dalla linearità semplice delle cornici che impone di concentrare l’attenzione sull’opera, esaltandone il pregio. Protagonista delle opere esposte è l’uomo, declinato nella sua quotidianità, uomo che inevitabilmente si armonizza con la natura, prende e restituisce vita dall’ambiente circostante.

Una conferma resta anche la provocazione dell’artista a chiedere a ogni visitatore di scegliere il quadro prediletto e preferito, e farci una foto accanto; un delicato gesto con il quale si avvicina all’emotività e alla fantasia di ognuno, in nessun momento indiscreto, spazio privato di condivisione. Impossibile non riconoscersi nelle opere del maestro Massa: “In cammino” dove l’uomo è interpretato nella contraddittorietà del suo andare nella vita, in “cupido” metafora dell’incapacità di innamorarsi davvero. “Pagliaccio”, una provocazione all’equilibrio tra la seriosità e la leggerezza, di fronte al quale si è invasi da un’alta marea di levità. I colori vivaci di “Fitolacca”, la sofferenza della Terra che piange lacrime dolorose in “Pioggia gialla”, e l’uomo che si cerca e cerca ne “Il Bosco”, opera in cui l’individuo tenta di trovare la sua identità (nel quadro il volto è infatti coperto dal tronco di un albero), vittima di un’ Io narcisista ed esagerato. “Il ballo”, l’unica opera in bianco e nero, che richiama la necessità di accordarsi alla vita, raffigurata da un individuo che sembra danzare leggero sulla tastiera di un pianoforte. L’uomo e la donna mai rigidamente rappresentati dall’artista, a conferma di un equilibrio indispensabile tra maschile e femminile dell’individuo. Un’ esperienza e un tempo bello, sono anch’essi una conferma che resta appiccicata addosso come un’aura di intima quiete, dono gentile della capacità artistica di Fernando Massa.

Ludovica Di Pietrantonio
Redattrice L’Agone

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