«Non bisogna stancarsi di coinvolgere i cittadini»
“L’agone” ha intervistato il consigliere di minoranza di Anguillara Sabazia Michele Cardone, così da poter approfondire alcune tematiche trattate anche in precedenza.
In un’altra intervista abbiamo parlato del turismo “mordi e fuggi”, secondo lei, quale potrebbe essere un metodo per far rimanere sul territorio i turisti?
«Strutturando l’offerta affinché sia completa. Va “raccontato” cosa si può offrire e come lo si vuole offrire. In questi luoghi si può fare ogni tipo di sport durante tutto il periodo dell’anno, ma all’esterno se ne ha poca consapevolezza. Iniziare a veicolare messaggi in tal senso può aiutarci a collocare Anguillara e il suo territorio in una posizione nuova, intercettando una domanda turistica di qualità che non limiti l’afflusso nei soli mesi estivi. Non mi stancherò mai di ripetere che questo luogo è pieno di eccellenze imprenditoriali a ogni livello che però non comunicano tra di loro. Si sceglie un luogo dove soggiornare e ci si ritorna se è bello, se è ricco di storia, se offre servizi interconnessi, se vi si trova cibo buono e se si ha la percezione di ordine e organizzazione. Le prime quattro caratteristiche sono assolutamente presenti qui da noi, per raggiungere le ultime due però va ripensato l’approccio al turismo. Lo si fa delineando ruoli ben precisi, raccogliendo numeri, elaborandoli, poggiandosi e supportando gli operatori del settore con uno sforzo congiunto per cercare bellezza anche e soprattutto nelle cose semplici, come per esempio offrire servizi igienici pubblici dignitosi».
Tra l’amministrazione e i cittadini si percepisce una distanza che sembra aumentare con il passare del tempo, come crede si possano riavvicinare?
«Pensare che il problema della disaffezione verso la politica e l’amministrazione della cosa pubblica sia solo un fenomeno locale ci impedirebbe di comprendere un malessere che invece riguarda una fetta ampia di popolazione. La politica deve tornare a parlare alle persone di temi, condividendo le scelte a medio e lungo termine, soprattutto quelle che impattano sul territorio che si sta amministrando. Non bisogna stancarsi di coinvolgere i cittadini affinché tornino a scegliere ed esprimersi. I primi passi li deve fare però la politica tornando tra le persone a parlare di temi e di progetti per il futuro senza il timore di confronto e critica».
Spesso i giovani avvertono l’essere dimenticati dall’amministrazione. Quali sono secondo lei le cause e quali sono le azioni da intraprendere per farli sentire ascoltati?
«Vanno creati momenti e spazi di aggregazione giovanile. Vanno coinvolti con attività utili a combattere la noia che diventa spesso una delle componenti degli atti di vandalismo come quelli che abbiamo visto negli ultimi anni e in più occasioni sulle scuole. Io credo che un buon punto di partenza sia quello di riavvicinarli alla storia del luogo in cui vivono, pensare ad attività che diano nuova luce alla cultura storica di questa comunità, dei suoi mestieri che pian piano vanno a sparire. Questo può essere un ottimo inizio per invertire la rotta. Ne abbiamo esempi evidenti, quando si è ridato vita alla costruzione dei carri di Carnevale o si è creato l’evento della “Carrettata”, i ragazzi sono tornati a impegnarsi e a contribuire per la riuscita di un progetto. In questo l’associazionismo gioca un ruolo fondamentale che non va disperso, anzi incoraggiato e supportato».
Claudio Colantuono