Dopo l’ennesimo incendio che ha interessato una discarica di immondizia, quella di Malagrotta a Roma, torna d’attualità il tema degli impianti di conferimento e lavorazione dei rifiuti che in Italia, soprattutto nel centro e nel sud, sono carenti. Carlo Spinelli responsabile nazionale per la Politica Interna del movimento Italia dei Diritti, torna a occuparsi dell’argomento”: Un nuovo incendio in un impianto TMB ( Trattamento Meccanico Biologico ) di rifiuti e si riaccendono le polemiche sulla necessità di costruire o meno impianti all’avanguardia per il trattamento degli stessi. Pur non escludendo la matrice dolosa dell’incendio ( saranno gli inquirenti a fare chiarezza sulle cause ) è innegabile il fatto che gran parte dei rifiuti prodotti sono soggetti ad autocombustione, risulta quindi molto pericoloso che questi restino accatastati all’interno degli impianti di trattamento per la separazione dei vari materiali. Purtroppo Roma non è nuova a questi episodi che vedono protagonista il fuoco all’interno di questi impianti, dal 2018 a oggi se ne sono verificati ben quattro, e questo è dovuto, a mio parere, all’alta produzione dei rifiuti da parte della Capitale, e alla mancanza di impianti dove portare poi i rifiuti una volta separati. Quelli che ci sono – prosegue Spinelli – sono soggetti a una raccolta giornaliera limitata per non incorrere poi in problemi di lavorazione che possono essere causati da un massiccio conferimento, e questo si verifica soprattutto per gli impianti dove vengono conferiti i rifiuti organici, cosa che comporta, giocoforza, uno stoccaggio all’interno degli impianti TMB con il rischio che questi rifiuti possano dare origine a incendi proprio per autocombustione. Il rifiuto organico produce gas che, come tutti sanno, è infiammabile e quindi se viene lasciato a contatto con materiale con facilità di combustione, il disastro è servito. Purtroppo ancora oggi c’è chi si ostina a dichiararsi contrario agli impianti che, oltre a risolvere il problema dei rifiuti, valorizzerebbe gli stessi facendoli diventare una risorsa per il Paese. Chi afferma che il problema si risolva soltanto con una raccolta differenziata spinta – va avanti ancora Spinelli – a mio avviso sbaglia perché comunque da sola non basta; infatti il rifiuto raccolto comunque una destinazione finale deve averla ma se gli impianti non ci sono il problema si ricrea e si ritorna al punto di partenza. Anche una relazione della Commissione Antimafia, nella precedente legislatura, citava tra le concause di questi incendi, una crescita della raccolta differenziata non supportata dalla creazione di impianti per il riciclo adeguati. Al giorno d’oggi ci sono impianti all’avanguardia che consentono anche il recupero dei fumi che quindi non vengono liberati in aria risultando a bassissimo rischio inquinamento senza contare poi, e questo non mi stancherò mai di dirlo, che il rifiuto trasformato in energia consentirebbe anche al cittadino di risparmiare sulla Tari perché parte del costo per la raccolta e gestione dei rifiuti verrebbe ammortizzato dai ricavi provenienti dalla vendita del prodotto nato dalla lavorazione del rifiuto stesso. Allora perché ostinarsi ancora a osteggiare gli impianti? Forse a qualcuno interessa così e mi riferisco a chi con i rifiuti ci ricava interessi economici, non è raro infatti sentire parlare di riciclaggio illecito dei rifiuti, ma anche questo giocattolo deve essere rotto – conclude Spinelli – non possiamo e non dobbiamo restare sottomessi alle logiche mafiose e i cittadini che si oppongono alla costruzione di nuovi impianti si rendono, loro malgrado e a loro insaputa, complici di chi con i rifiuti ci guadagna in maniera disonesta”.