22 Dicembre, 2024
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Il caso della demografia delle professioni

“Occorre maggiore attenzione alla demografia delle professioni”. Lo ha affermato il presidente della Commissione di controllo sull’attività degli Enti Gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale, Alberto Bagnai, questa mattina, a Palazzo San Macuto, in occasione dell’audizione dei rappresentanti di Confprofessioni, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sull’equilibrio e i risultati delle gestioni del settore previdenziale allargato, con particolare riguardo alla transizione demografica, all’evoluzione del mondo delle professioni e alle tendenze del welfare integrativo.

Nel 2022 sono stati 53 mila i lavoratori a partita Iva hanno abbandonato la professione. E’ quanto emerso dai dati forniti da Confprofessioni nel corso dell’audizione. Dopo oltre 10 anni di crescita continua, interrotta solo dalla pandemia, si è fermata la crescita dei liberi professionisti in Italia, che nel 2022 si attestano a 1.349.000 unità, segnando una flessione del 3,7% rispetto al 2021. “La curva reddituale e l’andamento dei redditi dimostra come la scelta di intraprendere la libera professione sia sempre più difficile, soprattutto da parte dei giovani”, ha dichiarato il presidente del Comitato amministratore del Fondo di solidarietà per le attività professionali, Francesco Lucrezio Monticelli, “Soprattutto per l’investimento che serve per svolgere la libera professione”.

Nella fotografia illustrata da Confprofessioni emerge un settore fortemente femminile. “L’85% della nostra popolazione è donna”, ha detto Luca De Gregorio, direttore generale di Cadiprof, la Cassa di Assistenza Sanitaria Integrativa per i dipendenti degli studi professionali, “Abbiamo fatto una specifica indagine sul tema dell’abbandono nel settore degli istituti professionali. E’ emerso che Il 30% delle colleghe che hanno avuto una maternità negli ultimi anni ha abbandonato il mondo del lavoro”.

Uno sguardo anche alle nuove professioni. “Essendo un settore in costante evoluzione, ci sono professioni che fino a 3 anni fa non esistevano”, ha spiegato Francesco Lucrezio Monticelli, “Ci sono associazioni che fanno riferimento a queste nuove professioni. E’ difficile andare a intercettarle e aggregarle sotto un’unica sigla. Nella commissione lavoro autonomo del CNEL ci sarà una nuova mappatura. C’è necessità di quantificare i professionisti senza cassa, che fanno riferimento alla gestione separata. Stiamo provando a intercettare queste professioni e rispondere ai loro bisogni di assistenza e tutela”.

“L’audizione di Confprofessioni ha aperto l’indagine conoscitiva sull’equilibrio e i risultati delle gestioni del settore previdenziale”, ha affermato il presidente della Commissione di controllo sull’attività degli Enti Gestori, “Alberto Bagnai, “Ai vari spunti emersi dal confronto aggiungerei l’esigenza di prestare attenzione non solo alla demografia dei professionisti, ma anche a quella delle professioni. C’è una domanda di riconoscimento e tutela da parte del mondo delle nuove professioni del digitale, e c’è la necessità di conciliare l’aspirazione all’autonomia gestionale che il nostro ordinamento riconosce a quei particolari corpi intermedi che sono le casse, con l’esigenza di tutelare la sostenibilità di lungo periodo in alcuni segmenti maturi del mondo professionale. L’audizione ha fornito dei primi spunti per impostare un’analisi equilibrata e veritiera di questo tema delicato”.

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