21 Novembre, 2024
spot_imgspot_img

Il libro “Carabinieri: storie di uomini stra…ordinari” al Museo Storico dell’Arma

Nell’ambito delle manifestazioni culturali denominate Giovedì del Museo è stato presentato il libro: “Carabinieri: storie di uomini stra…ordinari” di Irene Frattesi.

Il Museo si trova a Roma, in piazza Risorgimento, nel quartiere Prati ed ha sede in un palazzo dei primi del novecento, inaugurato ufficialmente il 6 giugno 1937. Esternamente si caratterizza per lo stile solido ed austero, decorato con elementi di natura neoclassica raffiguranti soggetti della simbologia militare ed il motto:” NEI SECOLI FEDELE”, che campeggia sul cornicione e suggella l’inequivocabile appartenenza all’Arma dei Carabinieri. Il Museo è custode di memorie preziose dell’ ultrabicentenaria storia con una suggestiva raccolta di quadri, documenti, uniformi, armi antiche e stampe.

La presentazione è stata ospitata nel Salone d’onore del Museo, il luogo fortemente simbolico ed evocativo delle tradizioni dell’Arma; luogo dove si svolgono le più significative ed intense cerimonie quali, per esempio, il passaggio di consegne tra il Comandante Generale dell’Arma cedente al subentrante.

I Giovedì del Museo sono stati ideati dall’ex Comandante Generale Tullio del Sette e sono manifestazioni di carattere culturale che consentono di presentare libri, inerenti principalmente l’Arma dei Carabinieri, oltre a concerti, mostre ed eventi gratuiti aperti al pubblico.

La presentazione ha avuto come padrone di casa il Ten. Col. Raffaele Gesmundo che ha introdotto agli ospiti la duplicità dell’evento: la presentazione del libro e la raccolta fondi a favore della Fondazione ANT (Associazione Nazionale Tumori) Onlus.

Al tavolo dei relatori il Generale dei Carabinieri Paracadutista (Ris) Antonino Troia, il Ten. Colonnello (Ris) Nazzareno Di Vittorio, già vice direttore del Museo, l’avvocato di Viterbo Giovanni Bartoletti, l’autrice del libro, la scrittrice e ricercatrice dott.ssa Irene Frattesi e come moderatore il giornalista e divulgatore televisivo Sergio Cesarini, che ha letto anche alcuni brani del libro in vendita in questi giorni a Viterbo Sotterranea.

Dopo l’introduzione, che ricorda la motivazione che ha spinto l’autrice a scrivere il libro, ossia ricordare il padre prematuramente scomparso e raccogliere fondi a favore della Fondazione, il Dott. Flavio Battistini, delegato della Fondazione, ha descritto le attività che vedono l’Associazione impegnata a fornire assistenza domiciliare ai malati e la prevenzione, sempre più importante dopo il Covid.

Il Generale (Ris) Antonino Troia ha sottolineato quanto il Museo sia un luogo di aggregazione che riguarda l’Arma, il passato che proietta verso il futuro. Il Generale scrittore, poeta, autore di vari libri, grande esperto di missioni internazionali, ha evidenziato come il fine nobile di ogni azione nasce dalla profondità del cuore. Nella sua lunga esperienza nell’Arma, (tra cui le importanti missioni all’estero), ha raccontato come sia presente l’usanza di apparecchiare un tavolino nelle mense e lasciarlo vuoto a ricordo di coloro che hanno lasciato la vita terrena.

Il Ten. Colonnello (Ris) Nazzareno Di Vittorio ha ricordato che quando era vice Direttore del Museo, ha conosciuto l’autrice, “alle prese” con le ricerche per la tesi di laurea, in particolare sulle missioni all’estero dei Carabinieri dal punto di vista legislativo. Da quella conoscenza nacque un’amicizia che coinvolse anche i familiari.

La narratrice, (agente in attività per una società di un grande gruppo bancario italiano) figlia di Maresciallo dei Carabinieri, bisnonno Carabiniere, nipote tra gli altri del Vice Direttore della Banda dell’Arma, (ma anche con un nonno poliziotto), ha mostrato agli intervenuti alcune foto dei familiari, spiegando quanto sia forte il legame con questa Istituzione soprattutto per i valori che le sono stati trasmessi dai genitori.

Dopo la presentazione delle storiche foto di famiglia uno spazio particolare al ricordo dell’eroe Salvo D’Acquisto, non soltanto il Carabiniere, ma soprattutto il ragazzo con le sue interessanti lettere autografe.

L’avvocato Giovanni Bartoletti ha narrato poi, brevemente, le vicende legate al processo Cuocolo, svoltosi a Viterbo, ma soprattutto sottolineato come ci sia stima e rispetto tra due ruoli spesso in contrasto: il difensore ed il Carabiniere.

In chiusura la consegna degli attestati di benemerenza ed i saluti del Ten. Colonnello Raffaele Gesmundo che ha evidenziato come il Salone d’onore del Museo dell’Arma, durante la presentazione del libro di Irene Frattesi, si sia trasformato quasi in un salotto caratterizzato dall’amicizia, la stima di ognuno nel ricoprire il proprio ruolo e la leggerezza al tempo stesso di un incontro che ha veicolato un messaggio fondamentale, ossia l’importanza dell’Arma dei Carabinieri e quello della beneficienza.

Un pensiero è andato infine anche alle sedie vuote, idealmente occupate da coloro che ci hanno lasciato.

L’unica parola che riassume tutto è grazie: agli intervenuti, ai relatori, ai volontari, all’Arma dei Carabinieri, alla famiglia.

Ultimi articoli