“Nel nostro Paese sono oltre tre milioni le persone che soffrono di Disturbi del Comportamento Alimentare, e purtroppo il dato è fortemente sottostimato. Anche se i momenti più duri li abbiamo affrontati durante il Coronavirus l’incidenza è in continuo aumento e i casi si presentano sempre di più in età precoce. Quello di cui abbiamo bisogno è una rivoluzione copernicana, si devono ripensare i nostri modelli organizzativi, è fondamentale riorientare il sistema alla prevenzione. Questo significa che non devono essere le famiglie ad andare alla ricerca dei singoli servizi, ma devono essere i servizi a ruotare attorno ai bisogni della famiglia. Una sfida enorme, che riguarda la formazione, la capacità organizzativa e la costituzione di team multidisciplinari: psichiatri, neuropsichiatri e nutrizionisti. Creare in ogni azienda sanitaria dei gruppi per quanto riguarda i disturbi del comportamento alimentare deve essere il primo obiettivo. Poi è importantissimo il lavoro che si deve fare con il mondo della scuola. Le soluzioni ci sono. Ad esempio, come Assessore alla Sanità durante la pandemia, ho promosso il progetto “AiutaMente”, che con undici milioni di euro ed è stato l’investimento più grande fatto in Italia su questo argomento, per l’apertura di centri di ascolto nelle scuole, figure professionali in ogni distretto e aiuti alle famiglie tramite il bonus psicologo. Invece oggi si sta facendo poco, i fondi del governo sono assolutamente insufficienti e le azioni non adeguate. Si deve ragionare come se davanti avessimo una nuova e moderna pandemia e come tale dobbiamo contrastarla se vogliamo davvero portare un cambiamento positivo.” Lo ha dichiarato il Consigliere Regionale del Lazio e responsabile Welfare di Azione, Alessio D’Amato.