17 Luglio, 2024
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C’è chi sa ancora raccontare le favole

Presentato il libro di Giulia Brocco alle scuole materna di Canale, Manziana e Montevirginio

Mentre assistevo alla presentazione del libro di Giulia Brocco, alla scuola materna di Canale, riflettevo su cosa possa esserci di più delicato dell’entusiasmo pulito dei bambini, che sanno essere felici in forza della loro immediatezza. Mentre Giulia raccontava la storia del piccolo mostro Mirò, che davanti allo specchio scopre di non piacersi, gli occhi dei numerosi bambini presenti si accendevano di immedesimazione e tranquilla leggerezza. Il testo, scritto da Giulia Brocco e raffigurato da Julien Bertolin, parla di amicizia come di quel canale valoriale che aiuta a raggiungere l’accettazione di sé. Un testo semplice, quello della favola Mirò, che si distingue per la sua dolcezza e per la sua intimità, lettura adatta già dai 3 anni.


L’autrice è l’esempio, probabilmente inedito, di una giovane che ha realizzato un libro per bambini piccoli incentrato sull’accettazione di loro stessi, aspetto importantissimo in età evolutiva e in una società che è improntata sempre di più al concetto di perfezionismo. Il libricino è accompagnato da un laboratorio didattico, e suggerisce dei percorsi didattici e ludici per le scuole dell’infanzia ed elementari, affinchè nel loro percorso di crescita i bambini imparino a diventare empatici e accettare il sé e il diverso da sé, requisiti indispensabili per imparare a instaurare legami più duraturi e sani. Nel parlare con Giulia si è colto l’orgoglio che il suo libro, edito dalla casa editrice Il Ciliegio, sia stato adottato dalla scuola di Canale, che per prima utilizzerà il suo metodo Mirò.
Al termine della lettura, fatta dalla stessa autrice, i bambini sono esplosi in tutta la loro incontenibile spontaneità, esprimendo i loro pensieri puri e disincantati; defilata, ho pensato che per fortuna c’è ancora chi sa raccontare le favole, strumento pedagogico fondamentale e dall’altissimo valore educativo. In un’era sempre più tecnologica e tendente allo sviluppo della razionalità, le fiabe sanno mantenere l’attivazione dei canali emotivi capaci di far crescere esseri molto più umani. Per questo, a ben guardare, credo che il più alto riconoscimento per Giulia non possa che essere stata la luce negli occhi di quei bambini, con cui si spera li abbia stimolati a vedere un mondo migliore.

Ludovica Di Pietrantonio
Redattrice L’agone

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