Nella Giornata Internazionale dell’Acqua si è svolto al Tribunale di Civitavecchia un’altra udienza del processo che vede alla sbarra i membri del Consiglio di Amministrazione di Acea Ato 2 del 2017 per il disastro ambientale relativo al lago di Bracciano.
E’ stata la volta della testimonianza di Mauro Lasagna, superdirigente all’epoca della Regione Lazio a capo della Direzione Regionale Risorse Idriche e Difesa del Suolo. Rispondendo alle domande del pubblico ministero Delio Spagnolo, Lasagna ha ricostruito quei giorni ricordando l’iter che portò alla decisione di emettere ordinanze per il fermo alle captazione, ordinanze poi impugnate senza successo sia dinanzi al Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche che in Cassazione.
Si è ricordato inoltre il limite posto dal progetto originario dei 161,90 s.l.m. al di sotto del quale non si sarebbe potuti andare come invece è stato fatto.
Le prossime udienze sono fissate per il 24 maggio ed il 14 giugno. Nella udienza di maggio verrà sentito l’ingegnere Alessandro Piotti. Nella successiva verranno ascoltati gli operatori di p.g.
Circa il tentativo di questi giorni di Acea Ato 2 di tornare a prelevare acqua dal lago di Bracciano il presente Comitato per la Difesa del Bacino Lacuale di Bracciano Martignano fa presente di aver inviato in data 14 marzo 2024, tramite i propri legali Francesco Falconi e Simone Calvigioni, una intimazione diffida alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Civitavecchia, alla Regione Lazio, ACEA / AceaAto2 spa, all’Ufficio Territoriale del Governo di Roma, al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, ai Comuni di Anguillara Sabazia, Bracciano e Trevignano Romano, al Parco Naturale Regionale Bracciano-Martignano e al Consorzio Lago di Bracciano di “inibizione/non autorizzazione di captazioni Acea Ato 2 spa”.
In particolare il Consorzio per la Difesa del Bacino Lacuale Bracciano – Martignano diffida Acea Ato 2 s.p.a dal porre in essere qualsiasi prelievo di acqua dal lago di Bracciano e Regione Lazio e/o ogni altra Autorità “dall’autorizzare ogni prelievo di acqua dal Lago di Bracciano da parte della società Acea/AceaAto2 spa”.
La diffida inoltre è stata trasmessa alla competente Procura della Repubblica di Civitavecchia “affinché adotti, ove ne dovesse ravvisare i presupposti, ogni opportuno provvedimento, anche cautelare, al fine di evitare che vengano poste in essere ulteriori condotte pregiudizievoli per l’ambiente del lago di Bracciano o comunque per sanzionare eventuali condotte illecite”.
Per il Comitato Difesa Lago di Bracciano va respinto ogni tentativo di ripresa delle captazioni. Vanno piuttosto sollecitati investimenti per l’ammodernamento e l’adeguamento del sistema fognario Cobis e la realizzazione di studi di fattibilità per un progetto che consenta di riportare al lago le acque depurate all’ultimo stadio che oggi invece vengono sversate nell’Arrone e quindi al mare.
Quanto accaduto peraltro ha creato un gravissimo disagio per i pescatori di professione che solo a distanza di anni, anche grazie alla recente deroga disposta dalla Regione Lazio per l’immissione di coregone, ritenuto specie non autoctona, si stanno risollevando da una crisi economica senza precedenti.