9 Novembre, 2024
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Servizio civile universale, i giovani ci credono

I dati pubblicati sul sito del Dipartimento per le Politiche giovanili e il Servizio Civile universale, dopo la riapertura del bando tra l’11 e il 14 marzo a causa del malfunzionamento della piattaforma DOL, evidenziano un miglioramento rispetto al 2023: per 52.236 posti messi a bando su Italia e estero, sono state 114.583 le domande di partecipazione, con una media di 2,16 domande per ogni posto (a fronte dell’1,5 del 2023). In tutte le aree geografiche il numero di domande è stato superiore al numero di posti, con un rapporto superiore a 2 in Puglia, Campania, Sicilia, Calabria, Lazio e Sardegna.

“Un risultato importante, frutto anche di un’azione di comunicazione più incisiva da parte del Dipartimento, ma soprattutto segno di un interesse in costante aumento da parte dei giovani” dichiara Laura Milani presidente della CNESC.

Nel dettaglio, per i 17.622 posti (6.500 finanziati in meno rispetto al 2023) a bando degli enti CNESC, le domande sono state 38.762 (2.411 dopo la riapertura), con un rapporto domande/posti in decisa crescita rispetto allo scorso anno. I dati evidenziano l’alto interesse dei giovani per il servizio civile all’estero, con 1.169 domande in più rispetto al 2023, per un rapporto di circa 4,5 domande per posto. Un dato che rispecchia l’interesse già mostrato per i Corpi civili di Pace per i quali a giugno 2023 il rapporto domanda/posti fu di quasi 6 a 1 e che invita ad investire con maggiore forza sulle esperienze di servizio e di costruzione della pace positiva anche all’estero.

Continua la Presidente “Non dobbiamo dimenticare che il nostro obiettivo è quello di rendere l’istituto realmente “universale. Questo significa trovare le risorse per il 2024, stabilizzare il sistema garantendo un contingente minimo per ogni anno e potenziare la comunicazione, su cui sicuramente sono già stati fatti alcuni passi in avanti, ma che deve diventare meno frammentata e continuativa, anche attraverso un’alleanza con i Ministeri dell’Istruzione e dell’Università, per fare entrare finalmente il servizio civile nell’orientamento scolastico.”

Rimangono, inoltre, territori dove la copertura è più complessa, e questo ci invita a fare un’analisi più puntale, valutando anche forme di maggiore flessibilità e esplorando per esempio il rapporto tra posti a bando e domande nei singoli territori, per evitare che ci siano territori con un sovrappiù di opportunità, ma a rischio dispersione, e altri invece con meno opportunità.

Per rendere, infine, il SCU più vicino ai giovani, sarebbe importante aumentare la fruibilità della piattaforma DOL, che ha dato qualche problema soprattutto nell’ultima settimana di bando. La digitalizzazione, infatti, è stata un passo importante ma andrebbe ripensato un meccanismo di orientamento, fondamentale per facilitare l’accesso al Bando e il successivo processo di selezione.

 

La riapertura del bando, se da una parte ha rappresentato un atto dovuto a quei giovani che non sono riusciti a inviare le loro candidature a causa del malfunzionamento della piattaforma, dall’altra, per i tempi e la modalità in cui è stata gestita, ha richiesto agli enti un notevole sforzo, trovandosi a riprogrammare nuovi colloqui con un ulteriore dispiegamento di risorse umane ed economiche e con un inevitabile impatto sulle varie scadenze.

“Cercando di trasformare un limite in opportunità, gli enti CNESC si sono impegnati a rispondere anche alla sfida di accogliere al meglio le 2411 ulteriori candidatura raccolte – conclude Laura Milani. A maggior ragione davanti a questa sfida, ribadiamo l’impegno e la disponibilità per qualificare l’istituto in collaborazione leale col Dipartimento e con gli altri attori del sistema, e per costruire un percorso di promozione del SCU che possa valorizzare questa tendenza positiva di attenzione dei giovani.”

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