“La situazione della sanità italiana è così compromessa e grave che non servono né promesse, né illusioni. La Presidente Meloni dovrebbe avere la stessa lungimiranza che ebbe un grande conservatore inglese, Lord Beveridge, quando in piena Seconda guerra mondiale, con il suo famoso rapporto, creò il servizio sanitario nazionale e universalistico. Oggi le chiacchiere stanno a zero, serve una manovra anticiclica per rilanciare il nostro servizio sanitario, gli oltre 40 miliardi che le famiglie spendono di tasca propria sono il sintomo delle gravi difficoltà in cui verte il nostro Sistema Sanitario. Non basta rimodulare il tetto della spesa del personale, serve pagare meglio medici e infermieri. Per la prima volta vanno deserti i posti disponibili nelle scuole per infermieri, e la soluzione non può essere quella di reclutare gli infermieri in India. Insomma, servono cospicue risorse, mentre le proiezioni dei documenti di finanza pubblica portano l’investimento del SSN al 6,1 per cento del PIL, il punto più basso del decennio. Delle due l’una: o si trovano le risorse oppure è necessario riaprire la discussione in Europa sul Mes sanitario se vogliamo affrontare con serietà il tema”. Lo ha dichiarato il responsabile Welfare di Azione e Consigliere regionale del Lazio, Alessio D’Amato.