A proposito della chiusura della linea ferroviaria regionale FL3 Roma-Viterbo
La linea ferroviaria regionale FL3 Roma-Viterbo nella prossima estate sarà chiusa per importanti lavori di manutenzione e potenziamento tecnologico nella tratta tra Cesano e Viterbo che vedrà successivamente interventi infrastrutturali, quali il raddoppio del binario, nei 16 chilometri tra Cesano e Bracciano.
Michela Califano, consigliere regionale del Pd, vicepresidente VI Commissione mobilità, trasporti, entra nel merito della questione.
Per quanto tempo resterà chiusa la linea? La chiusura interesserà tutta la linea e sarà per 24 ore?
«La linea rimarrà chiusa orientativamente da metà giugno a metà settembre, una vera mazzata che si ripercuoterà su migliaia di pendolari, studenti universitari e cittadini che fruiscono degli ospedali raggiungibili grazie alla FL3. Rfi e Regione Lazio per ora sono stati molto vaghi, non hanno risposto a nessuna delle nostre rimostranze. Da quanto si apprende sì la chiusura interesserà tutta la linea h24 anche se stiamo cercando di trovare e proporre soluzioni alternative».
C’è molta confusione. Che speranze ci sono per i pendolari che attraverso i comitati stanno chiedendo confronti e garanzie alla Regione Lazio, a RFI e Trenitalia?
«Da parte nostra c’è la massima attenzione. Insieme al collega di partito Emiliano Minnucci abbiamo presentato una interrogazione rivolta al presidente Rocca e all’assessore competente per avere risposte ufficiali. Vogliamo capire se la Regione, in accordo con Rfi e Trenitalia abbia previsto un servizio sostitutivo straordinario che compensi il caos che si genererà. Se è previsto un tavolo di lavoro con sindaci, amministratori dei territori, comitati e associazioni per coordinare insieme a loro questo importante piano, visto che abbiamo ancora bene impresse le settimane di inferno che hanno dovuto vivere i nostri concittadini tra la fine di agosto e settembre per la mancata concertazione di tali servizi sostitutivi. E infine chiediamo al Presidente Rocca di conoscere il futuro del famoso raddoppio della linea, definanziata dal ministro Salvini con la promessa che i fondi virati al nord sarebbero stati, non si sa quando, restituiti al Lazio. Non vorremmo che questi lavori di ammodernamento abbiano un chiaro significato: si interviene ora perché il raddoppio non si farà mai. Come si dice a pensare male si fa peccato ma spesso ci si azzecca».
Quali sono le proposte concrete per garantire un servizio alternativo che miri anche a evitare l’aumento di traffico sulle arterie che confluiscono a Roma?
«Ci sono state diverse proposte da parte dei comitati dei pendolari che trovo siano assolutamente fattibili e che vogliamo portare all’attenzione del presidente Rocca e dell’assessore Ghera. Quello che è importante in questo momento è trovare un punto di incontro tra le esigenze di Rfi di portare avanti questi lavori di ammodernamento e dei pendolari che fruiscono del servizio. In questo momento vogliamo capire innanzitutto quali siano le reali necessità di Rfi e se ci sono possibilità di bypassare i disagi. In questi casi è necessario sedersi, incontrarsi e trovare soluzioni. Volontà che purtroppo non stiamo riscontrando da parte della Regione Lazio. L’assessore Ghera dice che se ne sta occupando in prima persona, ma a oggi non abbiamo alcun tipo di informazioni. C’è preoccupazione. Quest’estate la Regione Lazio si fece trovare impreparata, i pendolari vissero settimane infernali e non fu previsto nemmeno il parziale rimborso dell’abbonamento che personalmente avevo chiesto attraverso atti ufficiali».
Marzia Onorato