8 Novembre, 2024
spot_imgspot_img

Il mio Ramadan più vero

Riceviamo questa riflessione  da una giovanissima praticante musulmana, di origine algerina
Il Corano è stato rivelato da Dio Onnipotente per le generazioni successive. La notte della rivelazione  si chiama Laylat al-Qadr,  e cade in una delle ultime tre notti del mese di Ramadan. Il Ramadan si festeggia nel nonno mese dell’anno, seguendo la luna crescente.
Letteralmente Ramadan significa  “mese caldo”, perché anticamente  cadeva sempre d’estate. Questo mese è stato creato per noi :  e non solo – come pensavo quando ero più piccola –  per provare a sentirci come i poveri che non mangiano da mesi. E non solo per aiutare persone in difficoltà, e per  donare. E nemmeno  solo come esercizio salutare, perché il digiuno fortifica il corpo e lo purifica dalle tossine.
Il Ramadan è molto di più,  perché purifica a il cuore e l’anima;  in questo mese Dio ha invitato i suoi servi a ritornare alla via della verità, astenendosi da tutto ciò che fa male all’anima:  bere alcolici,  interrompere  i legami familiari, mancare di rispetto ai  genitori, non cercare la conoscenza. Dio ci  invita ad abbandonare ogni cattiva abitudine, come alzarsi tardi oppure  non avere un obiettivo nella vita. Ma perché proprio questo mese? Possiamo dire che Dio ha reso il pentimento in questo mese più facile che negli altri giorni, ma come è possibile questo?
A tutte queste domande la scienza risponde. Come sappiamo,  in  Egitto  sono state ritrovate antiche  tavolette piramidali. La base rappresenta il cibo, che è bisogno quotidiano degli uomini cibo. Anche la predicazione  di Dio dice che il primo passo che porta alla disciplina, o meglio all’astinenza da ogni cosa dannosa, è facilitato dall’astensione dal mangiare. Anch’io non ne sarei convinta se non l’avessi provato.
Infatti, quando ho iniziato a digiunare per  il Ramadan di quest’anno, ho notato qualcosa di molto importante. Quando non facevo il digiuno, nella normalità quotidiana,  passavo la maggior parte del mio tempo triste e ansiosa.  E’  uno stato d’animo che non mi piace avere,  poiché sono una musulmana, ma non sono sempre così forte…infine siamo pur sempre esseri umani. In genere, la prima cosa che mi viene in mente quando torno a casa è:  mangiare! per dimenticare in qualche modo la tristezza di cui non conosco l’origine . Quindi, dal momento in cui esco da scuola e per tutta la via del ritorno, penso solo al cibo… Certo,  quando arrivo a casa  e mangio, non per questo l’ansia scompare… e poi mi viene una gran sonnolenza e vorrei coricarmi e riposare.
 Adesso  che  siamo in Ramadan è tutto diverso. Anche se la mia tristezza  qualche volta c’è,  nel Ramadan non cerco  cibo cucinato da mangiare a pranzo , o a cui pensare, o magari musica per alleviare la tristezza ( non devo ascoltarla  nel Ramadan, e nemmeno fare  qualsiasi altra attività che stimoli la dopamina, tutto questo è proibito nella mia religione) .  Con mente attiva, non stanca, ritorno a casa e non dedico la mia energia   per il telefono o per giocare, ma piuttosto per studiare.  Per me è un veleno il telefono , è proprio veleno: cattura la mente della gente lentamente. Se rientro a casa e rimango a  digiuno  non ho bisogno né di dormire né di mangiare. Automaticamente vado a studiare,   diminuisce anche la rabbia e l’uso del telefono. Normalmente  lo uso per un’ora o due,  ma durante il Ramadan  non lo uso affatto, solo un poco durante la notte.
Finito il Ramadan, le persone devono fare un confronto fra ciò che erano il primo giorno, e ciò che sono diventate nell’ultimo giorno. Se non riscontrano nessun miglioramento, allora capiscono che non hanno fatto altro che un semplice digiuno. E così non si fa un autentico Ramadan. Lo scopo di questo mese è cercare di eliminare gli aspetti negativi del nostro carattere e di potenziare gli aspetti positivi. Finito il mese, si cerca inoltre di proseguire nell’automiglioramento con la stessa determinazione, fino all’anno successivo.
Il Ramadan è anche una festa, ma non accade  niente di particolare o eccessivo, almeno nel mio Paese, l’Algeria. Dopo cena – verso le 3 o le 4 del mattino –  gli uomini vanno a pregare alla moschea. Anche le donne pregano, ma in casa. Una volta finita la preghiera, la famiglia si raduna in una casa con tutti i parenti, i cugini,  le nonne…si beve te e si mangia qualche dolce. In realtà, non si dovrebbero consumare dolci e si dovrebbe ridurre il cibo nocivo, ma non tutti lo fanno. Si raccontano storie vecchie delle nonne, o si parla di ciò che è accaduto nella mattina. I bambini escono in strada a giocare. Io andavo da sola di sopra, sulla terrazza, a guardare le stelle. E’ abitudine inoltre sentirsi con i nostri parenti, anche quelli lontani, e chiedere loro come stanno. Ma rimane al primo posto la nostra pratica religiosa e l’automiglioramento, che è lo scopo vero del Ramadan. Non si dovrebbe- e talvolta accade- astenersi dalla preghiera dopo cena per passare del tempo con amici a parlare di cose inutili, telefonare ai fidanzati, guardare in tv film romantici…talvolta anch’io ho sbagliato, ma si può sempre rimediare, se lo si vuole veramente. E c’è persino di peggio…ci sono persone che dopo la preghiera partecipano a feste notturne con musica, ballo e alcolici. In Algeria queste feste non ci sono, ma so che in altri Paesi sono ammesse.
Kukiz

Ultimi articoli