Il Gruppo Ambiente Manziana (GAM), Presidente Stefano Campanelli, con il Patrocinio del Comune, ha recentemente presentato, nell’aula Consiliare di Manziana, l’incontro-dibattito sui rischi e le opportunità dell’Intelligenza Artificiale (IA). La vicepresidente del GAM, Silvia Canofeni, ha aperto i lavori citando l’impegno civico, solidaristico e sociale del Gruppo Ambiente che, da un biennio, è dedito alla valorizzazione e alla tutela degli aspetti naturali, storici e archeologici del territorio. Visite naturalistiche e archeologiche, regolamento del verde urbano, ciclo di conferenze formative e informative su temi culturali attuali, ma anche tutti gli interventi programmati e programmabili, come “Una giornata di pulizia del bosco”, richiedono un rapporto di collaborazione con gli Enti istituzionali del territorio con i quali il Gruppo sarà lieto di cooperare. L’ingegnere Luca Lestingi, consulente per la privacy, ha tenuto l’incontro di sensibilizzazione in tema di Intelligenza Artificiale (IA) “Obiettivo dell’Intelligenza Artificiale (IA) è imitare il comportamento del cervello umano che si interfaccia con l’esterno e assimila i dati: agire come l’uomo, pensare come l’uomo, seguire gli schemi del pensiero umano e prendere decisioni orientate ad ottenere il miglior risultato” – dice il relatore e aggiunge – “Dobbiamo imparare a governare il cambiamento senza esserne travolti… siamo di fronte a nuovi strumenti che chiedono di riconsiderare i nostri stili di vita”. Con queste parole Lestingi, presenta i concetti di base della IA e propone una riflessione sulle opportunità e sui rischi di questa tecnologia che sta ridefinendo il nostro modo di vivere e di lavorare. Una tecnologia che parte da lontano e trova nel Test di Turing, ideato dal matematico Alan Turing negli anni Cinquanta, la possibilità reale di verificare se una macchina ha la capacità di mostrare comportamenti intelligenti pari a quelli di un umano. Nel 1997 il computer “Deep Blue” vinse sul campione mondiale di scacchi Kasparov, sconvolgendo la comunità scacchistica. Il relatore, con esempi, immagini, brevi filmati afferma che “siamo già dentro all’intelligenza artificiale” poiché le macchine dotate di IA possono: analizzare dati provenienti da sensori (come videocamere) o dati già preparati; interpretare informazioni e interagire con il mondo esterno; affrontare compiti specifici e raggiungere obiettivi. L’IA trae i dati grezzi da internet, da ciò che noi postiamo sui social, dai cookie che autorizziamo, dalle ricerche su computer che facciamo. Possiamo dire che l’IA implementa i dati in suo possesso, incrementando lo shopping online e la pubblicità, basandosi sui nostri acquisti precedenti e sui nostri comportamenti registrati on line.
L’IA può semplificare l’accesso all’informazione, all’istruzione e alla formazione. Può automatizzare le attività ripetitive in molti lavori. Un cellulare può consentirci di comunicare in lingue sconosciute; un orologio può controllare il nostro stato di benessere, contare i nostri passi, le nostre pulsazioni. In Italia è stato realizzato con cellule umane il primo cuore 3D; è stato effettuato il secondo trapianto di fegato robotico. Abbiamo occhiali con la “realtà aumentata”. Numerose sono le applicazioni in ambito sanitario, artistico, dei trasporti con macchine a guida autonoma. “Dobbiamo imparare un nuovo modo di vedere i sistemi relazionali, sociali, e lo stesso concetto che abbiamo di realtà con cui avere un approccio nuovo” dice il relatore. Sentiamo e vediamo immagini e video di cantanti scomparsi da tempo, video in cui sfilano modelle bellissime che non esistono nella realtà, possiamo incontrare influencer sui social che sono ragazze bellissime ma non reali.
Possiamo vedere l’attore Bruce Willis (ritiratosi dalle scene per una forma di demenza) che fa pubblicità; non manca una ragazza “finta” con un partito “finto” che vuole presentarsi alle elezioni. Si può dire che un bilanciamento tra opportunità e rischi non c’è perché l’IA può avere un impatto negativo sulla privacy, sulla sicurezza, sulle responsabilità, sulla concorrenza sleale, sull’occupazione. L’IA manca di empatia e di adattamento. Per evitare un nuovo “disumanesimo” occorre la garanzia dei governi all’uso dell’intelligenza artificiale nel massimo rispetto dell’etica. In tal senso nel 2019, l’Unione Europea, è stata la prima, grazie ad esperti informatici, ingegneri, ma anche giuristi, filosofi, industriali, matematici, che ha elaborato il suo codice etico contenente le linee guida sull’utilizzo e lo sviluppo di sistemi di intelligenza artificiale che pongano l’uomo al centro e garantiscano il benessere, la sicurezza e la libertà di tutti. L’Unione Europea, nel 2021, ha presentato l’”Artificial Intelligence Act” (AI Act), una proposta di legge, rispettosa dei diritti fondamentali e dei valori dell’Unione; volta a regolamentare l’uso della IA in base ai livelli di rischio.
È stato un incontro molto interessante, il dialogo con il pubblico si è arricchito anche della presenza di Luciano Passamonti, membro dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e di Giovanni Licandro impegnato nello sviluppo/ consulenza web e nel sostegno alla persona (counseling e rebirthing). All’incontro si è percepita solo un’importante assenza: quella dei giovani.
Anna Maria Onelli
Redattore L’agone