5 Novembre, 2024
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Espressioni e significati della Comunicazione non verbale negli adolescenti e l’utilizzo delle emoticon nella loro comunicazione digitale. Ne parliamo con Adelia Lucattini 

La comunicazione non verbale rappresenta una componente fondamentale della nostra interazione con gli altri, assumendo un ruolo di primaria importanza soprattutto in età adolescenziale. In questa fase di sviluppo, i giovani si avvalgono di un ricco repertorio di gesti, posture ed espressioni facciali per comunicare emozioni, stati d’animo e intenzioni. Ma come il processo di crescita influenza il linguaggio non verbale dei giovani? In che modo, inoltre, l’utilizzo della tecnologia permette di identificare il linguaggio e la personalità dei giovani? Qual è l’importanza di comprendere, in particolare, le caratteristiche individuali e il contesto culturale per un’interpretazione corretta dell’utilizzo delle emoji da parte degli adolescenti? Di tutto questo e molto altro ancora, ne parliamo oggi con la Dott.ssa Adelia Lucattini, Psichiatra e Psicoanalista, Ordinario della Società Psicoanalitica Italiana e componente dell’International Psychoanalytical Association

Dott.ssa Lucattini, qual è il ruolo della comunicazione non verbale nei giovani

Lo scatto puberale e la crescita psicofisica tumultuosa, dai cambiamenti fisici e ormonali allo sviluppo emotivo, relazionale e psicologico, tipici dell’adolescenza, influenzano direttamente il linguaggio anche non verbale dei giovani, arricchendolo. I gesti, le posture, il cercare o evitare il contatto visivo possono essere indicatori cruciali per comprendere il loro mondo interiore e le sfide che affrontano durante questa fase straordinaria e delicata dello sviluppo.

Al di là delle parole, negli adolescenti il linguaggio del corpo rivela sempre qualcosa di se stessi, negli adolescenti c’è quasi un manierismo e un’ostentazione degli aspetti non verbali nelle comunicazioni con i coetanei e con i genitori. Martha Graham, ballerina e coreografa, amava affermare che “Il corpo non mente mai”.

Come il processo di crescita tipico dell’adolescenza influenza il linguaggio non verbale dei giovani?

Il linguaggio del corpo, i gesti, le espressioni facciali e persino il tono della voce riflettono il mondo interno di tutti gli individui, non solo degli adolescenti, spesso con modalità di cui essi stessi non sono consapevoli. La comunicazione non verbale è una chiave importante per comprendere la comunicazione implicita e inconscia sottesa nelle interazioni degli adolescenti. Attraverso il “non verbale” ovvero il processo di scambio di messaggi e informazioni che va oltre e completa il linguaggio semantico, gli adolescenti esprimono emozioni, desideri e tensioni interiori che possono non essere così chiare o esplicitate nel linguaggio parlato. Nella crescita diviene più complesso e articolato, andando di pari passo con il loro sviluppo psicologico ed emotivo

Quali sono le principali sfide nell’interpretare correttamente il linguaggio non verbale degli adolescenti?

Non bisogna cadere nell’errore di interpretare il linguaggio non verbale in modo superficiale, semplificato o stereotipato. È necessario evitare ogni banalizzazione di questo tipo di comunicazione degli adolescenti attraverso stereotipi, indotti anche da alcune serie televisive intriganti, ma scientificamente non valide. Ogni individuo è unico. Vi è senz’altro una comunicazione non verbale fatta di gestualità con forte impronta culturale, basti pensare alla gestualità italiana che accompagna sempre il conversare, comparata a quella di altri paesi in cui è molto diversa e allo stesso gesto corrispondono significati totalmente differenti. Nonostante ciò, il comportamento non verbale va interpretato con sensibilità e attenzione mettendolo in relazione alla storia personale e all’ambiente di vita, tenendo sempre ben presente che vi è una forte componente inconscia.

In che modo l’utilizzo della tecnologia permette di identificare il linguaggio e la personalità dei giovani?

Il continuo uso delle emoticon che accompagna o talvolta si sostituisce alle parole nei messaggi digitali, esprimono la necessità di esprimere emozioni, positive e negative, arricchendo così la comunicazione scritta. Le emoticon, infatti, non sono semplicemente delle divertenti “decorazioni” digitali, bensì riflettono stati d’animo e rivelano aspetti profondi della comunicazione umana.

Tutto, dalle emoji di cuori spezzati alle faccine sorridenti, racconta implicitamente una storia. Questo tipo di comunicazione per immagini, proprio come nel linguaggio verbale con le sue mille tonalità e intonazioni della voce, con le pause, le ripetizioni, è di tipo “paraverbale”. Il linguaggio paraverbale permette di dare tono, timbro, volume e ritmo alla frase: il tono nelle emoji è rappresentato dalle diverse sfaccettature emotive; il timbro che è distintivo di un suono emesso dalla voce, nelle emoticon è rappresentato dal colore; il volume che nella voce è un variare di intensità che può enfatizzare alcune parole, nelle emoji espresso attraverso il numero di ripetizione delle emoji stessa; il ritmo che indica uno stato d’animo particolare, nelle emoji è dato dall’alternanza di figure o spazi tra le stesse.

Qual è l’importanza di comprendere le caratteristiche individuali e il contesto culturale per un’interpretazione corretta dell’utilizzo sempre più in voga delle emoji da parte degli adolescenti?

L’approccio corretto al mondo giovanile espresso attraverso le emoji richiede attenzione e sensibilità, capacità di osservazione e comprensione anche del momento e dell’ambito il cui vengono utilizzate. Le emoji non hanno soltanto significati universali, la loro interpretazione può variare a seconda del contesto specifico dell’adolescente e del suo gruppo, delle relazioni familiari o dei rapporti più formali, hanno anche l’impronta culturale della zona geografica di origine, dell’ambiente sociale, della lingua parlata e del linguaggio gergale utilizzati. Tutti i processi che riguardano la mente umana e il suo inconscio, variano nel tempo, a volte più rapidamente altre volte in modo più controllato. Negli adolescenti è evidente una rapidità di questi processi, che tiene conto della loro crescita ed anche dei mutamenti, considerando inoltre la continua ricerca di nuovi stili di comunicazioni e la gran giostra delle mode al continuo inseguimento del “cool”, del “chill”, del “LOL”. È importante tenere sempre presenti tutti questi fattori.

Possiamo utilizzare la conoscenza della comunicazione non verbale per migliorare le relazioni e la comprensione tra gli adolescenti?

Vi è un grande margine di creatività all’interno della comunicazione degli adolescenti attraverso le emoji, sono dei veri e propri codici che consolidano i legami del gruppo e che permettono una comunicazione parzialmente incomprensibile agli adulti, come le lingue segrete tra bambini e adolescenti, ben note ai genitori e anche agli insegnanti, che adesso sono sostituite da diversi linguaggi con una loro struttura, espressi attraverso le emoticon.

Le emoji sono una chiave per comprendere la comunicazione emotiva e inconscia sottesa negli adolescenti, basti pensare che a causa dei frequenti lapsus anche nell’utilizzo delle emoticon, nella messaggeria è stato introdotto la possibilità di modificare il testo anche dopo l’invio del messaggio. Inoltre, gli ultimi anni hanno visto un’incredibile fioritura dei tipi delle emoticon, rappresentazioni di se stessi con gli avatar personalizzati e stickers, in grado di esprimere le reazioni emotive in modo creativo e sempre più “smart”. Soprattutto, negli adolescenti sono un accompagnamento ineludibile delle parole e uno strumento estremamente utile per comprendere le loro paure, le gioie e le aspirazioni.

Il vasto mondo delle immagini legate al testo è inoltre, un modo per esprimere dei concetti attraverso simboli e rappresentazioni che sono dei veri e propri ideogrammi, sia inteso nel senso della scrittura come nelle lingue orientali, sia nel senso psicoanalitico della rappresentazione di significati inconsci attraverso immagini. È attraverso il linguaggio non verbale digitale che gli adolescenti esprimono la loro identità, le loro relazioni, le loro sfide quotidiane e l’amore.

Quali consigli si sente di dare ai giovani, affinché se ne faccia un uso corretto delle espressioni e dei comportamenti non verbali?

– Avere consapevolezza dell’esistenza e dell’importanza del linguaggio non verbale. Esso può essere gestito razionalmente e intenzionalmente come rafforzativo di ciò che si sta dicendo a parole;

– Tenere presente che il linguaggio non verbale è anche espressione del proprio inconscio e lascia trasparire anche lati di se stessi, privati o sensibili, che non si desidera mostrare a chiunque;

– Usare in modo appropriato le emoji cercando di non essere aggressivi o maleducati. Come qualunque tipo di comunicazione, può essere utilizzato in modo corretto o in modo sbagliato, imparare un buon utilizzo è sempre un vantaggio;

– Coinvolgere anche i genitori e gli insegnanti nell’utilizzo delle emoji, sapranno sorprendervi!

– Non avere paura mai di essere creativi, oltre le migliaia di immagini e faccine che avete a disposizione, provate a crearne delle nuove, vostre, personali, che vi rappresentano, esse raccontano intuitivamente di voi e vi permettono di essere unici e originali.

Intervista di Marialuisa Roscino

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