14 Novembre, 2024
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A Manziana presentazione del progetto Praecilia Obesity Center

Nel pomeriggio di venerdì 19 si è svolta, al centro ricevimenti Villa Clodia, la presentazione del progetto Praecilia Obesity Center, organizzata dal centro diagnostico Praecilia. Un progetto innovativo il cui obiettivo è quello di creare un percorso in grado di accompagnare il paziente verso un approccio all’alimentazione diverso e più sano, grazie al supporto multidisciplinare di un team di biologi, nutrizionisti, chirurghi e psicologi. Nell’accogliente sala ricevimento a fare gli onori di casa e dare il saluto di benvenuto è stato Riccardo Scanu, amministratore delegato Praecilia Diagnostica. “Siamo qui oggi per presentare un progetto al quale abbiamo lavorato tanto e nel quale crediamo fermamente. Ideato con il prof. Silecchia, l’obiettivo è creare un gruppo di professionisti in grado di mettere in piedi un team multidisciplinare che possa occuparsi della materia dell’obesità sul territorio. Una materia, questa, che negli ultimi anni sta riscontrando un aumento importante. Attraverso il team di professionisti, e grazie all’innovativo approccio multidisciplinare, il proposito è far raggiungere un benessere psicofisico al paziente, seguito  da personale medico e paramedico”. La parola è poi passata al dott. Gianfranco Silecchia, Direttore Chirurgia Generale Sant’Andrea, che coordina il progetto e che ne ha delineato le caratteristiche principali. “Sono qui a complimentarmi con Riccardo per essere stato lungimirante e per aver voluto una sanità diversa, non più basata sul rapporto one by one ma fondata sulla multidisciplinarietà. Le due emergenze, al momento, sono le due O: l’oncologia e l’obesità. Per capire l’entità del problema e riuscire a trovare la strada giusta per affrontarlo il linguaggio è fondamentale. Non parliamo di obesità, ma parliamo di paziente con obesità; rivolgersi a un paziente con il proprio linguaggio abbatte il primo scalino, quello del wait bias. È necessario avere cura delle parole. L’obesità è una malattia e su questo oggi non c’è discussione. Il paziente obeso è un gigante con i piedi di argilla e proprio con il COVID per la prima volta c’è stato un atto di stato che ha certificato che il paziente obeso è un soggetto fragile e complesso. A chi interessa questo problema? In Italia interessa il 10% della popolazione. Il primo passo è aiutare il paziente ad avere consapevolezza della malattia ed è ormai chiaro che la gestione di un paziente così complesso non può essere affidata a un solo professionista; servono una serie di figure professionali. L’unica speranza che abbiamo di vincere la lotta è fare squadra. Ad aiutarci ci sono una serie di novità positive del 2024: linee guida per la cura dell’obesità da parte delle società scientifiche, disponibilità di nuovi farmaci, selezione dei pazienti candidati alla chirurgia matabolica, disponibilità della tecnologia mini-invasiva”.

Come si è potuto evincere durante tutta la presentazione, l’obesità non è una malattia esclusivamente fisica ma anche l’impatto psichico gioca il suo ruolo rilevante; proprio per questo decisivo è stato l’intervento di Emanuela Paone, psicologa clinica e psicoterapeuta.

“Mi occupo della valutazione del paziente obeso da punto di vista psicologico e proprio in virtù di questo non posso non  affermare che il paziente obeso ha una fragilità fisica, ma ha anche una fragilità psichica. Mette in atto tutti quei meccanismi che gli impediscono di procedere verso la cura, molto spesso autostigmatizzandosi. La parte psicologica non viene presa in considerazione, ed è importante quando si entra in un asse comunicativa con il paziente. Su ogni paziente bisogna lavorare in maniera assolutamente individuale e per farlo possono essere seguite delle best practice di multidisciplinarietà: essere competenti, tempestivi e fare gioco di squadra. Gli obiettivi sono: trattare tempestivamente la malattia, fornire supporto al paziente ognuno per la sua area, sostenere il cambiamento e ridurre al minimo il rischio di ripresa di peso. Entrare nell’obesità comporta entrare in un percorso che deve accompagnare l’obeso passo dopo passo, finché non è completamente sicuro di camminare da solo. Il paziente obeso va seguito a vita: questa deve essere una grande consapevolezza degli specialisti e del paziente spesso”. Parte del team è poi ancora la dott.ssa Marta Cioffi, biologa della nutrizione specializzata in nutrizione clinica, che ha sottolineato l’importanza della valutazione delle abitudini alimentari attuali del paziente, della modalità e della motivazione che lo ha portato alla condizione di obesità. Fondamentale, ha asserito la dott.ssa, è l’educazione alimentare e ruolo altrettanto decisivo lo gioca la presa di consapevolezza del paziente, che permette lui di attuare e mantenere nel corso del tempo la prescrizione scelta e stabilita. Una delle colonne portanti della conferenza è senza dubbio stata la necessità di fare squadra al fine di accompagnare il paziente e non farlo mai sentire solo. Su quest’onda è stato improntato l’intervento del dott. Marco Yusef, medico chirurgo specializzato in Chirurgia bariatrica.“E’necessario incanalare il paziente affetto da obesità in una serie di step ben studiati, proprio a tale proposito parliamo di percorso terapeutico; l’assistito non è sperduto, ma viene seguito e accompagnato. Sarò molto chiaro e utilizzerò un linguaggio molto semplice, perché soltanto la massima chiarezza permette al paziente di avere fiducia e sicurezza negli specialisti. Gli step sono i seguenti: come prima cosa viene chiamata la segreteria del Praecilia e vengono chieste informazioni sul percorso; viene eseguita una visita endocrinologica, con il nutrizionista e con lo psicologo; infine viene effettuata la vista con il chirurgo bariatrico. Dal chirurgo vanno pazienti che hanno necessità della chirurgia, non tutti.  Gli step sono necessari per fare una diagnosi e sviluppare un piano di cura, che deve essere assolutamente condiviso con il paziente. Se quest’ultimo non vuole dimagrire, non c’è cura che tenga. La chirurgia dà una mano a dimagrire, ma il paziente deve voler dimagrire e deve essere seguito, altrimenti si verificherà sicuramente un fallimento della terapia. Lo scopo ultimo del team è dare un punto di riferimento per il territorio, per i medici, per gli specialisti. Avere un punto di riferimento, il Praecilia, in cui i pazienti sanno di essere seguiti”. L’onere di chiudere la presentazione è spettato al dott. Antonino Cardella, endocrinologo, diabetologo e andrologo, che ha sottolineato l’importanza dell’approccio multidisciplinare per trattare una malattia, l’obesità, che ha subito moltissimi cambiamenti dagli anni ’80 a oggi.

Il messaggio del progetto è stato assolutamente chiaro, ed è’ stato ribadito con forza, al termine, sia dal dott. Silecchia che dall’ amministratore delegato Scanu: “dobbiamo combattere una lotta, e lo dobbiamo fare con serietà! Il paziente ha diritto di essere curato e deve essere consapevole e aiutato da tutti noi a raggiungere questa consapevolezza”.
Ludovica Di Pietrantonio
Redattrice L’Agone

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