Riceviamo e pubblichiamo – Il “coraggio del no” e della ribellione di chi si oppose al regime fascista alleato del nazismo. Un no a costo della propria vita trovando “il coraggio di mostrare a se stessi e a noi”, oggi, un ideale di Paese e di società. Giovedì 25 aprile è il giorno della Liberazione, datata 1945. E’ la data del coronamento di quel “no” che coinvolse un intero sentimento popolare, di ogni età e genere, il quale scrisse poi una storia di riscatto e di rinascita nel difficile dopoguerra. Il Circolo PD di Ladispoli nella ricorrenza della Festa della Liberazione renderà omaggio alla memoria di un concittadino partigiano del “no”, a Domenico Santi (1911-1997) che come spesso accade nei piccoli centri, come era Ladispoli, dove tutti si conoscono era soprannominato, “Memmo il calzolaio”. L’omaggio è previsto alle ore 12 dopo la celebrazione istituzionale al Monumento ai Caduti, e si svolgerà sotto la targa intitolata a Domenico Santi posta nel 2013 di fronte al ristorante La Tripolina, nello spazio compreso tra Piazza Rossellini e Piazza della Vittoria. Un punto d’incontro abituale in tempo di pace e di normalità: “Memmo” dopo aver staccato dal lavoro della sua bottega, dopo mezzogiorno, si intratteneva con i compaesani, quasi un embrione di forum per scambiarsi le idee sui fatti del momento. Ripercorriamo in sintesi la storia di Domenico Santi, nonno materno di Federico Ascani, esponente del PD ladispolano, già Consigliere comunale e di Città Metropolitana. A causa di un incidente occorsogli da bambino “Memmo” perse l’uso della gamba destra, ma la menomazione non gli impedì di muoversi con una bicicletta monopedale. E fu proprio con quel mezzo, insolito nella sua diversità, apparentemente innocuo ma che in realtà celava dei nascondigli, che prestò il suo impegno nella Resistenza operando come staffetta. Pedalava sfidando le spie, sfidando i tentacoli polizieschi sotto il segno della svastica e la feroce occupazione dell’esercito del Terzo Reich lungo il nostro litorale. “Memmo” faceva l’andirivieni tra Palo e Ceri, dove la famiglia era sfollata, per consegnare alle formazioni partigiane del territorio l’Unità clandestina e i ciclostili; tutto materiale pericoloso per chi ne veniva trovato in possesso e che arrivava alla Stazione di Palo. Per non dimenticare un ladispolano coraggioso antifascista, onesto e stimato, il Circolo PD, con i famigliari di Domenico Santi, invita la cittadinanza a partecipare alla commemorazione sotto la targa. La Festa della Liberazione comporta una riflessione politica non solo sul passato ma anche sul presente, perché se è vero che “la storia siamo noi” allora dobbiamo impegnarci con ogni mezzo e in ogni occasione per mantenere viva la memoria di “quell’immane tragedia collettiva dalla quale proveniamo” contro ogni tentativo di “subdola manipolazione del tracciato storico nazionale”.