2 Novembre, 2024
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…e si torna a parlare di cinghiali

“Arrivano dati allarmanti sulla questione cinghiali ed il sovrappopolamento di questi ungulati.
Vigneti, uliveti, campi di mais e cereali, coltivazioni di girasole o ortaggi: è lunga la lista della razzia compiuta dalla fauna selvatica incontrollata nelle campagne, che vede al primo posto i cinghiali che hanno raggiunto i 2,3 milioni di esemplari sul territorio nazionale. Un’emergenza che provoca danni enormi all’agricoltura – un comparto riconosciuto come eccelso per il Made in Italy – che subisce una continua devastazione, ma anche per la più eclatante questione sicurezza dei cittadini nei centri urbani”.

Così il Presidente nazionale di Acli Terra, Nicola Tavoletta. 

Duecento milioni di euro di danni solo nell’ultimo anno all’agricoltura italiana, che rappresenta un vanto nazionale, ma non protetta a sufficienza: la Puglia, con oltre 30 milioni di euro e 250 mila cinghiali, e la Toscana, con oltre 20 milioni di euro, di cui l’80% a causa dei 200 mila cinghiali, sono le regioni che hanno pagato di più per la presenza di questi ungulati.

Oltre 10 milioni di euro sono i danni stimati in Calabria, secondo i dati diffusi dai colleghi di Coldiretti.

Nel Lazio, i danni stimati dai soli cinghiali superano i 10 milioni di euro e in alcuni casi riguardano anche l’80% del raccolto. 

Un ulteriore elemento drammatico è che l’unico fenomeno che incide sulla limitazione della crescita esponenziale è la peste suina africana, che è pericolosissima per i nostri allevamenti dei suini, che vedono impegnati circa 100.000 lavoratori. 
Inoltre, nessun territorio regionale è immune dal problema e purtroppo le stesse Regioni sono in difficoltà con l’erogazione dei risarcimenti, che purtroppo arrivano dopo anni e con valori inferiori ai danni reali.

“Dinanzi a questa situazione emergenziale – sottolinea il Presidente dell’Associazione professionale agricola aclista, Tavoletta –, ci uniamo, quindi, agli appelli di Coldiretti e di Confagricoltura nell’auspicare piani straordinari di contenimento, chiedendo al Governo, e specificamente ai Ministeri dell’Agricoltura e dell’Ambiente, una strategia nazionale per incidere efficacemente. Oggi tanti agricoltori stanno usando risorse proprie per costruire barriere difensive e ciò incide ancora una volta sui costi della produzione agricola”.

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