Con l’avvicinarsi della fine dell’anno scolastico, lo stress per gli studenti raggiunge il suo apice. Carichi di lavoro eccessivi, mancanza di sonno, difficoltà organizzative, mancanza di supporto e di tempo libero, sono alcuni dei problemi che generano malessere tra i ragazzi. A spiegarlo è la psicoanalista ordinaria e psichiatra della società psicoanalitica italiana Adelia Lucattini che evidenzia come l’ansia e lo stress non sono limitati al periodo degli esami per i maturandi o solo agli ultimi mesi di scuola anche per tutti gli altri studenti, ma possono persistere anche dopo la fine delle lezioni, a vacanze iniziate.
“Lo stress inizia a farsi sentire già a febbraio, ma trova il suo apice nei mesi di maggio e giugno”, spiega Adelia Lucattini, “È importante capire che non si tratta solo di stress psicologico, ma anche di fatica fisica. Gli studenti non arrivano semplicemente stanchi agli esami e alle prove di fine anno ma sono esausti, in equilibrio su di un filo”.
Uno dei principali fattori che contribuiscono allo stress degli studenti è la pressione sia interiore, sia di genitori e insegnanti, da cui si sentono sollecitati per ottenere risultati “eccellenti” per accedere all’università. “Con la crescente pressione per entrare a Facoltà con test d’ingresso piuttosto difficili, non sorprende che la fatica e la difficoltà di tenuta degli studenti siano in aumento”, prosegue Adelia Lucattini, “Gli studenti non solo sono sollecitati ad ottenere una media alta, ma molti per l’alto livello di competizione ormai divenuto uno standard anche in Italia, si sforzano di avere sempre il massimo dei voti, per sentirsi all’altezza delle richieste dell’ambiente che li circonda, solo talvolta per una grande passione per lo studio e desiderio sincero di eccellere per se stessi.
Iniziando con la generazione Millennials e ora con la Generazione Z, gli studenti che aspirano ad alcune specifiche facoltà universitarie, si sentono sempre più incalzati a partire dal terzo anno di liceo, quando già iniziano a prepararsi anche per i test d’ingresso in percorsi extrascolastici pomeridiani. Per chi pratica contemporaneamente uno sport a livello agonistico, lo stress scolastico può essere alto se l’Istituto non dovesse attivare il Percorso Formativo Personalizzato (PFP) previsto dalla direttiva del Ministero dell’Istruzione e del Merito per lo “status di studente-atleta di alto livello, in continuità con le Linee Guida UE sulla doppia carriera, redatte a Bruxelles nel 2012”.
Ma non è solo il lavoro scolastico a causare alti livelli di tensione e ansia tra gli studenti. “Ci sono altri fattori nella vita dell’adolescente che si aggiungono allo stress scolastico”, spiega Adelia Lucattini, “Gli orari serrati e prolungati. Troppo spesso, l’adolescente affronta materie che vanno oltre le proprie capacità accademiche, basti pensare al deficit di apprendimento a causa degli anni della pandemia da Covid-19, che costituiscono una difficoltà e un peso aggiuntivi. Inoltre, gli adolescenti sono spesso iperconnessi e fortemente legati ai loro smartphone, fattori che possono interferire con il sonno. Quando uno studente non dorme a sufficienza col tempo può sviluppare problemi di attenzione e concentrazione, sonnolenza diurna e fatica a tenere il passo della classe o raggiungere buoni voti alle verifiche. Quando questo accade, genera mortificazione, demoralizza e aumenta l’ansia anticipatoria e da prestazione. Conciliare e tenere il passo con le tante attività della settimana scolastica, richiede agli adolescenti di avere buone competenze nella gestione del tempo. Gli adolescenti poco organizzati finiscono per deprimersi, poiché si sentono incapaci, diversi, non rendendosi conto che l’organizzazione è un processo di apprendimento, che s’impara col tempo e in questo la scuola insieme alla famiglia, gioca un ruolo fondamentale.
Per affrontare lo stress di fine anno scolastico, i ragazzi devono comprendere l’importanza di prendersi del tempo per se stessi, per ricaricarsi, per detendere la pressione interna e per pensare.
“Dopo la fine della scuola”, conclude Adelia Lucattini, “è importante concedersi una pausa e dedicarsi ad attività creative che aiutino a staccare con i ritmi stringenti e scadenzati dell’anno scolastico appena concluso, trascorrere del tempo con gli amici e la famiglia, praticare sport all’aria aperta, scoprire nuove discipline (yoga, etc.) conoscere posti nuovi e incontrare persone che non facciano già parte della propria stretta cerchia di amici, le vacanze sono un ottimo momento. Le opzioni sono molte: tornare nei luoghi del cuore, viaggiare, frequentare “camp” sportivi, artistici, musicali, etc. Molti istruttivi sono da sempre i soggiorni all’estero, usufruendo anche di borse dedicate agli adolescenti, regionali, statali o di enti. Il riposo attivo, in cui si pensa, si lascia libera la fantasia, si abbandonano i carichi che pesano sulla mente e nell’anima, è una cura naturale molto efficace”.