Allo stadio Olimpico di Roma, ieri 25 maggio, Papa Francesco ha aperto la celebrazione della Prima Giornata Mondiale dei Bambini. Erano presenti 50 mila bambini giunti da realtà geografiche lontane e da ogni parte d’Italia per trascorrere un pomeriggio speciale in cui vedere il Papa, divertirsi ma anche rivolgere un pensiero ai bambini meno fortunati e pregare per la pace. “Se tu potessi fare miracoli, che miracolo faresti?” con queste parole una bambina indonesiana si è rivolta al Papa che, con grande naturalezza e poche incisive parole, ha affrontato insieme a loro grandi problemi mondiali e ha risposto “Vorrei che tutti i bambini del mondo fossero felici, potessero andare a scuola e avessero da mangiare”.
Papa Francesco, che ha dialogato con tutti i bambini, si è rivolto a loro trasmettendo concetti fondamentali “Voi potete fare una rivoluzione cambiando il cuore degli adulti”. “Ma la pace Papa, è sempre possibile?” ha chiesto un bambino cui il Santo Padre con grande naturalezza ha risposto di sì, invitando tutti i presenti nello Stadio a stringersi la mano, dimostrando che si può cominciare da questo piccolo gesto. Di fronte a tutti loro e a personaggi della musica, dello spettacolo, della cultura, dello sport (Albano, Orietta Berti, Renato Zero, Carlo Conti, Buffon, Antognoni) e tanti altri, il piccolo Matteo Roncoloni di Manziana, allievo del maestro Massimo Paffi, ha suonato alla tromba la colonna sonora “La vita è bella”.
In questa giornata che è stata un inno alla pace, la cittadinanza di Manziana non può che sentirsi onorata per essere stata rappresentata a livello mondiale da Matteo, non solo bravo nel suono dello strumento ma còmpito, educato e disinvolto nel gestire le relazioni con tutti, ad iniziare dal saluto al Santo Padre. Suonando, egli ha dato prova a tutti i bambini di essere un bell’esempio non solo di bravura ma anche di impegno nel voler fare bene, di motivazione e di amore per ciò che si fa; sono questi gli elementi che consentono di realizzare i sogni e di poter raggiungere grandi traguardi. È stata una giornata unica, perché i bambini sono il nostro futuro e l’onda delle emozioni non può che ispirare in loro sentimenti duraturi. Da non trascurare le modalità di Papa Francesco nel dialogare con i bambini adeguandosi alla loro semplicità e spontaneità, pregando insieme a loro, mentre noi adulti siamo meno capaci di ascoltare e più propensi a fare lunghi discorsi senza riuscire a riportare l’attenzione sull’ascolto e su ciò che i bambini ci dicono. Bellissime le parole dell’Inno dedicato alla Giornata, che si ripeterà a settembre del 2026: “Siamo noi la gioia, siamo noi la speranza di chi un sorriso non ce l’ha”, scritto e diretto da Don Marco Frisina, cantato dal coro dell’Antoniano.
Anna Maria Onelli
Redattrice L’agone