Nel giorno della festa della Repubblica, nell’atrio del Palazzo comunale, il sindaco di Canale Monterano, Alessandro Bettarelli, ha presieduto la cerimonia di inaugurazione dell’Archivio Storico, luogo simbolo della memoria dell’intera comunità. Ai piedi del leone scolpito nella seconda metà del ‘600 dal Bernini, il primo cittadino, non ha dissimulato l’orgogliosa commozione per questo compimento che non è stato pensato a caso per questa data ma volutamente fatto coincidere con quella domenica del 2 giugno 1946 quando nasceva la nostra gloriosa Repubblica.
Ad affiancare il sindaco, vi erano gli archivisti Lucia Buonadonna e Franco Chiavari (presidente dell’associazione Arca sul Lago) e Silvia Cecchini, docente presso l’Università Roma Tre.
“L’idea di conferire all’archivio comunale la dignità che va riconosciuta alla storia locale” ha dichiarato Bettarelli, “nacque tre anni e mezzo fa grazie all’associazione Arca sul Lago, riuscendo ad accedere alla rete degli archivisti comunali e ad attingere a piccoli fondi destinati al recupero dei beni storici.”.
Bettarelli ha ricordato l’art. 9 della Costituzione che promuove la cultura considerando a pieno titolo l’archivio come lo scrigno della memoria locale, rappresentando quello che siamo stati e siamo.
“Promuovere per noi significa dare vita” ha detto il sindaco, “rendere fruibile, in questo caso la storia della nostra comunità e dei nostri valori fondanti”.
Ha ringraziato, quindi, in primis l’associazione Arca sul Lago per l’opportunità concessa, ma anche tutte le articolazioni dell’amministrazione comunale, le tante persone che hanno lavorato gratuitamente per rendere i locali ove erano conservati decenni di documenti locali, poco più che un ripostigli d’accumulo impraticabili e polverosi, in uno spazio praticabile e godibile.
“La scelta necessaria di intitolare il nuovo archivio a qualcuno”, ha concluso il sindaco Bettarelli, “è unanimemente ricaduta su una donna, la concittadina Rela Di Biagio, meglio conosciuta come “maestra Rela”; una donna straordinaria la maestra Rela, scomparsa qualche anno fa dopo aver istruito ed educato generazioni di Canalesi con una visione antesignana per il suo tempo e una passione e dedizione per il suo lavoro e la sua comunità, protratte fino al termine dei suoi giorni, assolutamente encomiabili”.
Il sindaco, rappresentando che è stata apportata una nuova segnaletica degli uffici nel palazzo comunale, ha quindi lasciato la parola a chi ha dedicato tempo e professionalità per la realizzazione dell’archivio.
Lucia Buonadonna ha sinteticamente ricordato come sia stato determinante un finanziamento regionale per iniziare e completare i lavori del ripristino dell’archivio, una stanza nuova della comunità canalese ove poter fruire dei documenti attestanti la storia di Canale, che potranno essere accessibili a chiunque, comprese le persone diversamente abili e gli ipovedenti grazie a strumentazioni d’avanguardia tecnologica.
A concludere la piccola cerimonia formale di inaugurazione in un atrio del palazzo comunale gremito di gente, ha preso la parola Silvia Cecchini: “l’archivio contiene documenti che riassumono 500 anni di storia che questa amministrazione ha voluto rendere uno spazio condensato di progettualità tra la conoscenza e il rispetto per il passato e un necessario sguardo al futuro. Sta nascendo già oggi nell’archivio, un archivio storico fotografico che conterrà la storia in maniera grafico/visiva. Conterrà la storia per immagini e la storia per immagini la farete voi e la lascerete in eredità ai vostri figli”.
La docente ha invitato la cittadinanza a implementare quell’archivio fotografico con le foto personali e familiari, che saranno scansionate e restituite ricordando che “da quel momento, avrete deciso di condividere la storia della vostra famiglia con la comunità.”
Ha anche ricordato che l’amministrazione di Canale ha avviato un progetto con l’università Roma Tre per creare un museo della comunità o più propriamente un eco museo. Poiché la memoria è di tutti, ben presto in questo progetto entrerà la scuola, anticipando che a tale proposito il vice sindaco ha già diversi spunti da proporre.
La Cecchini ha concluso il suo intervento dichiarando che questa pregevole realizzazione uscirà dal palazzo comunale per diventare una visita alle rovine dell’antico abitato e a Palazzo Altieri di Oriolo: “tutto parte da qua” ha detto la docente, “dalla stanza della memoria, senza la quale tutto quello che viene dopo non potrebbe esserci”.
Il primo cittadino ha lasciato quindi la parola alla presidente dell’Associazione Il Caleidoscopio, Enza Cupelli, fondata oltre trent’anni fa proprio dalla maestra Rela che ha sottolineato come quella maestrina del secolo scorso avesse già visto nel futuro, con la sua ideazione e quell’infaticabile lavoro portato avanti solo con il suo sapere, in un epoca in cui non esisteva internet. Ha concordato come “la signora Rela” sia di diritto simbolo per eccellenza della memoria per la sua opera antesignana realizzata in un’epoca in cui la donna aveva un ruolo diverso.
Le ha fatto eco la nipote Chiara Di Biagio, in rappresentanza dell’intera famiglia presente, che con i suoi begli occhi lucidi di commozione, ha semplicemente ringraziato il sindaco per aver mantenuto il proposito di ricordare la nonna. Chiara ha ricordato che Rela non era nata a Canale ma c’era venuta, in sella a una bicicletta, per seguire l’amore di colui che sarebbe diventato poi suo marito e padre dei loro tre figli maschi, cresciuti ed educati nel segno della libertà. “La nonna era una donna dell’altro secolo proiettata in avanti; aveva una visione della donna molto moderna, con la quale ha cresciuto i figli e i nipoti. Per lei l’insegnamento, che per molti anni ha assicurato solo alle ragazze, era una missione e dedicarsi alle classi femminili, per le quali la cultura non era affatto scontata, era ritenuto molto importante”.
Ha definito nonna Rela come una donna molto patriottica, che fino a pochi giorni prima di morire, si è sempre alzata in piedi con la mano sul cuore alle note dell’inno nazionale.
“Il suo senso di stato (ha votato fino alla fine dei suoi gironi) di memoria e del ricordo”, ha affermato Chiara, “ci rende orgogliosi che possa averle fatto meritare l’intitolazione dell’archivio storico di questa comunità”.
L’archivio, aperto a tutti e consultabile da chiunque voglia operarci ricerche, custodisce documenti che vanno dal 1588 fino al 1983, detenendo documenti del periodo francese, del regno d’Italia e del periodo contemporaneo.
Durante la visita degli spazi che custodiscono i documenti storici, la Buonadonna ha specificato che gli archivi sono cosa diversa dai libri perché portano a maggior titolo a farci riflettere; essendo nati come supporto dell’attività amministrativa, sono una prova di quello che è successo, marcando un’autorevolezza molto significativa.
Ludovica Di Pietrantonio
Redattrice L’agone