Questa del titolo è la frase con la quale il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel 2023, ha terminato il discorso per la ricorrenza del due giugno, festa della Repubblica. Quella data ha segnato un momento di discontinuità nella storia del nostro Paese, far partecipare tutti i cittadini, uomini e donne, alla scelta di chi li avrebbe governati per un periodo di tempo, definito dalla Costituzione e scandito dalle elezioni a cui tutti possono partecipare, è stato un momento di riscatto civile e soprattutto morale del Popolo italiano.
Nella scena finale del film di Paola Cortellesi “C’è ancora domani”, la luce nello sguardo di quelle donne che votano per la prima volta rappresenta plasticamente quello scatto morale di cui anche le donne si sono fatte carico per sé stesse e per i propri figli, sguardo che si tramuta in minaccia quando qualcuno vuole impedire il diritto di scegliere. Quelle donne e quegli uomini decisero liberamente l’ordinamento istituzionale del nostro Paese, e scelsero che l’Italia fosse internazionalmente riconosciuta come la Repubblica Italiana.
Per coloro che ancora avessero nostalgia del passato è bene ricordare che i momenti più bui per i popoli sono stati proprio quelli in cui le sorti degli avvenimenti venivano decisi da regimi autoritari nei quali uno solo imponeva con la violenza sulle proprie genti, le proprie decisioni. E come ricorda lo storico Alessandro Barbero, i momenti più alti della nostra civiltà sono sempre avvenuti quando le decisioni venivano prese in modo collettivo nei regimi democratici.
La conoscenza è avanzata e si è diffusa quando tutti hanno avuto accesso agli strumenti del sapere, le innate capacità intellettive degli individui non dipendono certo dalla quantità di denaro possieduto. E quel due giugno, oltre alla scelta tra repubblica e monarchia, gli italiani elessero l’assemblea costituente il cui compito era quello di redigere la carta costituzione dello Stato Italiano. Per tutti questi anni il nostro Paese ha seguito e applicato i principi della nostra Costituzione, alcuni lo hanno reso moderno e al passo con i tempi, altri aspettano ancora di essere pienamente applicati. La pari dignità e l’uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge (art.3) senza distinzione di sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche e condizioni personali e sociali, è un principio fondamentale che riguarda tutti e a cui tutti dovrebbero attenersi.
Così come l’articolo 32, per cui la Repubblica definisce la tutela della salute come diritto fondamentale dell’individuo, rappresentando quindi un caposaldo per la cura del bene più prezioso dei cittadini, viene messo in difficoltà quando i finanziamenti al sistema sanitario nazionale vengono ridotti.
La nostra Repubblica e i principi della Costituzione nascono proprio quel due giugno del 1946, dopo che il popolo italiano seppe riscattarsi dal ventennio fascista partecipando alla propria liberazione grazie a tutti quelli che a rischio della propria vita e accantonando le proprie idee politiche, lottarono contro il nemico comune.
La nostra associazione, così come tutti quelli che si impegnano in essa, fanno proprie le parole del Capo dello Stato. Viva la Repubblica, viva il popolo Italiano.
Salvatore Scaglione