Da marzo 2024 è nato ufficialmente il Biodistretto dei laghi di Bracciano e Martignano.
Si tratta di un’iniziativa interessante con importanti ricadute per il nostro territorio, che abbiamo voluto approfondire con un’intervista al suo presidente, Barbara Giorgi, ingegnere, docente e ricercatrice esperta in energie rinnovabili e sviluppo sostenibile, e imprenditrice agricola certificata biologica.
Quale è stato il percorso che ha portato alla creazione del biodistretto?
«La volontà di costituire un Biodistretto per il territorio del Lago di Bracciano e Martignano origina nel 2021 dalle aziende agricole, dagli allevatori e dai pescatore del territorio, come progetto di promozione del cibo locale e genuino, con l’idea di costituire una rete sinergica di cooperazione tra cittadini, produttori, ristoratori, commercianti e amministrazioni. Il primo passo del nostro gruppo di lavoro è stato quello di sostenere le amministrazioni nella valorizzazione dei prodotti del territorio, contribuendo alla stesura dei progetti di “Un lago da coltivare” finanziati da ARSIAL con il massimo del punteggio per ben 3 edizioni, dal 2021 ad oggi.
Nel 2023 abbiamo avuto il supporto della scienziata e ricercatrice Vandana Shiva per la creazione del Biodistretto dei Laghi, con sua grande gioia di sapere che un lago come quello di Nainital che ha visto i suoi natali, possa essere protetto da una comunità così unita in un progetto per il bene di tutte le specie viventi. (intervento Vandana Shiva a Bracciano: https://www.facebook.com/navdanyainternational/videos/808421091001153/)
Dopo quasi 3 anni di lavoro di promozione del Biologico e del progetto di Biodistretto territoriale, la Regione Lazio riconosce ufficialmente il Biodistretto dei Laghi di Bracciano e Martignano con il DGR n. 547 del 28/09/2023. Il giorno 21/03/2024 il Biodistretto si costituisce formalmente nella forma di Ente del Terzo Settore per la promozione e la tutela degli ecosistemi agricoli».
Ci può dire qualcosa sul Biodistretto e sulle aziende che hanno scelto di farne parte?
«Il Biodistretto comprende 20 aziende socie tra i comuni di Bracciano, Anguillara Sabazia e Trevignano Romano. La maggior parte delle aziende ha una struttura poli-produttiva, abbiamo produttori di vino, olio, nocciole, melograni, orticole, carne e latticini. Molte sono le aziende agrituristiche e le aziende di trasformazione.
Il 90% delle aziende è già certificata biologica, ma ammissibili al Biodistretto sono anche le aziende ancora non certificate che vogliono essere assistite e supportate dal Biodistretto nella transizione alla produzione biologica.
Il Biodistretto, infatti, offre alle aziende consulenze, formazione e sostegno all’accesso ai finanziamenti per la transizione al Biologico, oltre che alla promozione dei prodotti territoriali, sia a livello locale che estero».
Che ricadute vi aspettate ci saranno per il territorio da questa iniziativa?
«Il principale obiettivo del Biodistretto è preservare e valorizzare la presenza degli agricoltori, le vere sentinelle e custodi del nostro territorio. La zona dei laghi di Bracciano e Martignano è punteggiata da piccole e medie aziende agricole, nate dopo la Seconda Guerra Mondiale con la riforma dell’Ente Maremma, che coltivano terre di 10-20 ettari con produzioni miste. Gli allevatori, con il loro pascolo ovino e bovino, custodiscono centinaia di ettari, mantenendo vivi ecosistemi preziosi.
Questi produttori hanno la responsabilità di custodire il nostro patrimonio naturale per le future generazioni. Tuttavia, spesso sono così impegnati nel lavoro quotidiano che non hanno il tempo né le risorse per pensare al futuro, all’innovazione e alla sostenibilità. Qui entra in gioco il Biodistretto, supportando lo sviluppo ecosostenibile dell’agricoltura locale.
Il cuore del Biodistretto è la diffusione di tecniche di agricoltura biologica efficienti e la promozione della conoscenza del lavoro degli agricoltori. Invitiamo i cittadini a visitare le aziende locali, instaurando un rapporto di fiducia basato sulla qualità del cibo e sul rispetto per il duro lavoro dei produttori. Questo è il fondamento di una società consapevole e solidale, che ha sempre caratterizzato le nostre campagne.
Ricordo con affetto la mia infanzia trascorsa tra gli oliveti e le vigne degli amici dei nostri nonni. Dopo la vendemmia nella nostra vigna, ci univamo per aiutare i vicini. La cooperazione, la consapevolezza dei cicli naturali e la conoscenza dei processi produttivi sono valori che il Biodistretto porta avanti. Tutto questo nasce dall’amicizia e dalla comunità.
Lo sviluppo delle aziende agricole dipende dall’acquisizione di finanziamenti che favoriscano sia la multifunzionalità delle aziende stesse, sia la produzione biologica mediante tecniche innovative e sostenibili. Questo processo mira ad aumentare la produttività, migliorare l’efficienza del lavoro degli agricoltori e creare nuove forme di turismo e di introito per le aziende. Inoltre, favorisce lo sviluppo di nuove forme di vita sociale sul territorio, permettendo sia ai turisti che ai cittadini di Bracciano di vivere e conoscere meglio il territorio in cui risiedono.
È necessario promuovere nuove forme di turismo più lento e rispettoso dell’ambiente circostante, in linea con la necessità di accorciare la filiera tra aziende agricole e cittadini, inclusa la ristorazione. Questo approccio non solo favorisce una maggiore qualità del turismo, ma permette anche di valorizzare e promuovere i prodotti del territorio, esaltando le sue eccellenze».
Quali sono le attività in programma per il prossimo futuro?
«La prima iniziativa sarà l’apertura di uno sportello bandi dedicato alle aziende agricole. Questo ufficio avrà il compito di supportare le aziende nell’accesso ai finanziamenti, con l’obiettivo di promuovere e aumentare la produzione biologica nel territorio. Il Biodistretto, inoltre, si impegnerà nell’acquisizione di ulteriori fondi per la creazione di un food hub, una piattaforma del cibo che avrà la doppia funzione di programmare la produzione e distribuire i prodotti.
In questa prospettiva, è prevista la realizzazione di infrastrutture come furgoni refrigerati, macelli aziendali, centri logistici per i prodotti del Biodistretto e laboratori di trasformazione accessibili a tutti i soci. Queste strutture permetteranno di superare le difficoltà che le aziende incontrano individualmente, grazie al supporto e ai fondi del Biodistretto.
Un altro punto chiave sarà lo sviluppo dei mercati contadini, che avvicineranno direttamente le aziende locali ai cittadini, favorendo la vendita diretta e le visite alle aziende agricole. L’apertura di piccoli centri vendita all’interno delle aziende agricole stesse consentirà ai produttori di vendere i loro prodotti direttamente ai consumatori, saltando la filiera tradizionale che spesso riduce i margini di profitto per gli agricoltori».
Sara Fantini
Redattrice L’agone