12 Novembre, 2024
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Maturità, cari studenti… vi svelo il segreto della scrittura

L’aria che manca, il nodo alla gola, il battito accelerato, un lieve tremolio alle mani, respiri profondi e ansiosi: i sintomi sono sempre gli stessi. Vorrei dirgli che andrà tutto bene, che devono star tranquilli, che sono molto più semplici di quanto sembri. Vorrei dirgli che delle domande che gli verranno poste il 50% sono cose che non si sanno, il 30% sono cose che non si ricordano, il 20% sono cose mai sentite.

Vorrei dirgli, come Eduardo fece con una commedia, che “gli esami non finiscono mai”. Vorrei dirgli che, appena sono terminati, quella sensazione di libertà che scorre nelle vene è semplicemente ingannevole. Perché quello è solo l’inizio. Vorrei dirgli che durante la prova d’italiano non c’è il correttore automatico, quindi attenzione.

È proprio in riferimento alla scrittura Raffaella Setti, consulente di linguistica dell’Accademia della Crusca, è intervenuta su questa polemica, i ragazzi non sanno parlare, né scrivere in italiano.  «Bisogna rispettare le regole – spiega Setti – per esempio, si dice “d’accordo e non daccordo”, “scienziata e non scenziata”, “accelerare e non accellerare”, “un po’ e non un pò”». Ma tranquilli, ora vi svelo il segreto della scrittura. Una cosa utile (sempre) è evitare le parentesi (anche quando sembrano davvero indispensabili) perché interrompono il filo del discorso. La punteggiatura, poi, è fondamentale; le virgole, in particolare, vanno, al posto giusto.  Evita anche di utilizzare parole straniere perché non sono affatto chic né fashion. I verbi poi, a quelli bisogna prestare attenzione, se farei un errore non me lo perdonerebbe nessuno. Alla fine rileggo tutto e controllo le “h” che mi sono sfuggite, quelle ha cui non o fatto caso, che nella velocità o magari dimenticato. Sto scherzando ovviamente. Il reale consiglio che vi do è quello che diede a me un noto professore dell’università “La Sapienza”: «Per scrivere bene non bisogna mai dimenticare la regola del “porco”». “P” come pensa, prenditi tutto il tempo per pensare a cosa scrivere. “O” come organizza, crea degli schemi o delle scalette.  “R” come rigurgita, butta fuori tutto quello che hai pensato senza preoccuparti della forma. “C” come correggi, adesso rileggi il tutto e correggi i vari errori ortografici. “O” come ometti, come un buon giardiniere pota il tuo testo dalle ridondanze. Finito. Caro studente non ringraziare me, ma ringrazia il “porco”.  Buona maturità.

Alessio Adolini, professore

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