22 Novembre, 2024
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Il decreto porta all’agrivoltaico, pannelli su strutture sopraelevate

Il recente decreto “Agricoltura”, approvato il 6 maggio, ha acceso un nuovo dibattito sul rapporto tra produzione agricola e impianti fotovoltaici. Da un lato, la transizione energetica verso fonti rinnovabili richiede un’installazione massiccia di pannelli solari. Dall’altro, la tutela del suolo agricolo, risorsa fondamentale per la produzione alimentare, impone cautela nell’occupazione di terreni fertili.

Il decreto, infatti, vieta l’installazione di nuovi pannelli fotovoltaici a terra sui terreni agricoli. Questo divieto mira a preservare la vocazione primaria del suolo, destinato alla coltivazione e alla produzione di cibo. La conversione di terreni agricoli in impianti fotovoltaici potrebbe comportare una diminuzione della superficie coltivabile con potenziali ripercussioni sulla sicurezza alimentare.

Tuttavia, il decreto apre la porta all’agrivoltaico, ovvero all’installazione di pannelli fotovoltaici su strutture sopraelevate. Questa soluzione permette di coniugare la produzione di energia rinnovabile con la tutela del suolo, massimizzando l’utilizzo dello spazio disponibile.

L’installazione di pannelli fotovoltaici a terra su terreni agricoli comporta alcune criticità: il consumo di suolo con una perdita di superficie disponibile per la produzione alimentare, un impatto paesaggistico negativo per l’alterazione del paesaggio rurale e la possibile compromissione dell’ecosistema per la creazione di barriere per la fauna selvatica.

L’agrivoltaico, al contrario, offre diverse opportunità: lo sfruttamento condiviso del terreno in quanto i pannelli solari possono essere installati su strutture sopraelevate, l’incremento della produttività agricola perché l’ombra creata dai pannelli può avere un effetto benefico su alcune colture riducendo lo stress idrico.

Inoltre la produzione di energia rinnovabile può generare un reddito integrativo e contribuire alla decarbonizzazione del settore agricolo e alla lotta ai cambiamenti climatici.

Il divieto di nuovi impianti fotovoltaici a terra rappresenta un passo nella giusta direzione per la tutela del suolo agricolo. Tuttavia è necessario promuovere, attraverso un dialogo aperto e costruttivo tra i diversi attori coinvolti, soluzioni alternative come l’agrivoltaico, che permettano di coniugare la produzione di energia rinnovabile con la sostenibilità del settore primario. Il decreto “Agricoltura” può essere inteso come un’occasione per ripensare il rapporto tra agricoltura e fotovoltaico, alla luce delle esigenze attuali e future.

Sara Fantini

 

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