Nella Regione Lazio, siamo prossimi alla chiusura delle scuole, fatta eccezione per le scuole dell’Infanzia che chiuderanno i battenti il 30 giugno. Le scuole, grazie ai fondi Pnrr continuano a innovare gli spazi, gli arredi, le attrezzature ma anche a servirsi di pedagogie innovative per un più efficace utilizzo delle aule tecnologiche. È in atto la trasformazione di ogni singola scuola che si dota di nuove strumentazioni, e allarga la sua capacità progettuale. Tra le novità introdotte quest’anno la figura del docente tutor orientatore, che ha il compito di favorire le attività di orientamento aiutando gli studenti di scuola secondaria di primo grado (ex medie), e di secondo grado (scuole superiori) a scegliere percorsi di studio-lavoro confacenti con le loro potenzialità, e progetti di vita. Intanto, gli allievi di terza media si preparano agli esami che si terranno tra l’ultimo giorno di scuola mentre le secondarie superiori sosterranno le prove di maturità a partire dal 19 giugno. Il Ministero dell’Istruzione e del Merito è intervenuto sul fenomeno del precariato; ha svolto concorsi per la selezione degli insegnanti e ha fissato al 23 maggio la prova preselettiva del concorso ordinario per il reclutamento dei dirigenti scolastici. Molti ricorderanno lo scandalo dei “diplomi facili” rilasciati con la maturità del 2023, da alcune scuole paritarie. Il Ministero si è cautelato così la maturità 2024 sarà quella con il maggior numero di ispettori mai impegnato a controllare lo svolgimento regolare degli esami. Lasciano perplessi due provvedimenti emessi per punire i comportamenti violenti, di allievi o dei loro genitori, contro i docenti e il personale scolastico. L’uno è la Legge n.25 del 4 marzo 2024, anche detta Legge Sasso dal nome del suo promotore: oltre a istituire nuove misure di prevenzione, modifica alcuni articoli del codice penale, rendendo più severe le pene per chi aggredisce il personale scolastico nella funzione di pubblico ufficiale. L’aggressione a un docente è punita con la reclusione da 7 anni e mezzo a 12 anni, mentre l’oltraggio comporta la reclusione da 4 anni e mezzo a 6 anni.
L’altro provvedimento, già approvato al Senato, ora in discussione alla Camera, è il Ddl del ministro Valditara che concentra il contenuto sulle punizioni degli studenti che delinquono, che non rispettano le regole scolastiche, che compiono atti di bullismo. Il voto in condotta, espresso in decimi, diventa uno strumento punitivo che farà media con le altre discipline; nelle scuole secondarie di secondo grado avrà riflessi sui crediti per l’ammissione all’esame di maturità: con il 5 si è bocciati mentre il 6 dovrà essere recuperato a settembre con uno scritto sui valori costituzionali e di cittadinanza. Saranno risarcibili i danni procurati al personale della scuola aggredito nell’esercizio delle sue funzioni, ed è previsto “il pagamento di una somma che va da euro 500 a euro 10.000 a titolo di riparazione pecuniaria in favore dell’istituzione scolastica” della persona aggredita. Ma gli episodi violenti continuano, le stesse baby gang in aumento dimostrano che la punizione, a livello di voto, di multa o di risarcimento, senza una campagna di educazione al rispetto dell’altro, non sarà funzionale. Eppure basterebbe ascoltare gli studenti che da tempo protestano contro un sistema che non si rinnova da anni, contro i tagli all’istruzione, contro i PCTO che lasciano a desiderare e che, soprattutto per gli istituti professionali e tecnici possono mettere gli allievi a rischio di incidenti sul lavoro. Sarebbe più proficuo, rendere permanente, in ogni scuola, un piano per l’educazione sociale e affettiva che fornisca ad ogni alunno conoscenze pratiche volte a facilitare le relazioni interpersonali, la gestione delle emozioni, e promuova valori come il rispetto, l’inclusione e l’empatia.
Anna Maria Onelli