2 Novembre, 2024
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Cinghiali, il “bisogno” di trovare un “equilibrio”

250 mila la popolazione stimata dei cinghiali nel Lazio, 2.5 milioni in Italia. Trovare un equilibrio tra questa presenza ingombrante, l’ambiente, le esigenze di agricoltori e allevatori é stato l’oggetto dell’incontro oggi a Roma organizzato da Coldiretti, che ha visto la partecipazione massiccia della politica, delle organizzazioni degli allevatori, degli Amministratori locali.
Alessandro Bettarelli Sindaco di Canale Monterano, insieme con tanti altri amministratori del comprensorio, ha voluto partecipare per ringraziare Coldiretti e i delegati territoriali canalesi Elvino Pasquali e Marco Massini per quanto fatto in questi anni a favore degli agricoltori locali e per l’organizzazione di questo importante incontro all’Auditorium Parco della Musica di Roma.
“Da Roma emerge chiaramente come il problema cinghiali riguardi tutti: cittadini, automobilisti, agricoltori, allevatori, ambiente, città. Risposte urgenti sono ormai richieste da tutti: 5 i morti questa settimana in Italia per scontri su strada con i cinghiali.
Non è possibile che nel nostro territorio non si possa fare più agricoltura, perché qualsiasi coltura viene danneggiata dalle effrazione quotidiane dei cinghiali in qualsiasi luogo coltivato.
L’agricoltura, biologica, sostenibile come quella che si fa nel nostro comprensorio è presidio e controllo del territorio, che senza i pochi agricoltori rimasti è alla mercé di speculatori e disastri ambientali.

 
Non agire spesso significa non scontentare aree di opinione pubblica, ma per ristabilire un equilibrio è ormai necessario fare qualcosa. La politica nazionale e regionale deve quindi decidere. L’esplosione della presenza dei cinghiali ha rotto un equilibrio che durava da secoli nelle nostre campagne, tale che oggi per chiunque di noi diventa quasi impossibile coltivare mais, grano, vite, elementi chiave della nostra economia agricola e della dieta mediterranea. Non bastano le reti elettrosaldate, le barriere elettriche, niente ferma i cinghiali e le loro razzie notturne.
C’è inoltre il problema della peste suina che da una parte implica abbattimenti di suini sani e fermi aziendali e dall’altra non tocca un commercio illegale di carne di cinghiale non controllata.
La carne di cinghiale può essere una risorsa per la nostra cucina locale, ma non a scapito degli agricoltori e della sicurezza delle persone.
La situazione normativa prevede che oggi siano le Regioni a dover fare i piani di abbattimento selettivo per ristabilire un equilibrio ambientale, dare attuazione concreta alla legge nazionale. Bastano atti amministrativi come deliberazioni di Giunta per partire.
La legge di stabilità 2024 della Regione Lazio ha disciplinato gli interventi specifici al di fuori del periodo venatorio per difendere biodiversità, fondi, sanità pubblica.
Credo che anche le coscienze più ambientaliste abbiano a cuore il problema dell’equilibrio ambientale creato dai cinghiali. Occorre agire insieme in maniera efficace, che è poi il concetto uscito e ribadito più volte nell’incontro con Coldiretti di oggi.”

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