Si è tenuta qualche giorno fa l’iniziativa di presentazione del XXII Rapporto CNESC “La pace non si aspetta, si prepara!” presso la sede di Libera a Roma.
Un’occasione di confronto sull’attuazione del Servizio Civile a partire dai dati di un rapporto ampiamente rappresentativo, considerato che gli enti CNESC – 6880 tra enti titolari e enti di accoglienza- rappresentano il 40% degli enti accreditati.
La presentazione ha visto la partecipazione della dott.ssa Silvia Losco, dirigente dell’ufficio per il Servizio Civile Universale, che ha messo in evidenza come nel sistema servizio civile la preparazione della pace si declini in attività di crescita delle comunità, di tutela dell’ambiente, di cura e come i bandi tematici abbiano incrementato le opportunità per i giovani in tal senso.
Oggetto di discussione della tavola rotonda che ha visto la partecipazione del Presidente della Consulta Nazionale del Servizio Civile Enrico Maria Borrelli, di diversi rappresentanti degli enti e di Riccardo Liani Rappresentante nazionale degli operatori e operatrici volontari/e, diversi focus tematici, tra cui quello delle risorse economiche, anche in considerazione di un continuo aumento negli ultimi anni delle risorse umane ed economiche investite dagli enti, segno di una sempre maggiore complessità, e che richiamano anche il Governo e il Parlamento a fare altrettanto, garantendo stabilità al sistema. Il tema di come favorire il più possibile la partecipazione dei giovani al servizio civile. E, infine, la necessità di investire nella promozione dei valori costitutivi del SC tra cui la finalità di difesa civile nonviolenta della Patria e di crescita civica.
“Interessante come nel confronto tra soggetti con sensibilità e mission così diversa” ha dichiarato la Presidente Laura Milani nelle conclusioni “sia emersa la necessità di investire energie nell’offrire qualità all’esperienza, ricordando che il Servizio Civile è prima di tutto un’esperienza di prossimità alle persone, ai bisogni, alle tematiche, che richiede un investimento importante nella formazione, anche delle figure adulte che accompagnano i giovani perché la relazione sia sempre più improntata al dialogo e all’ascolto per rendere veramente protagonisti i giovani. Come CNESC ribadiamo la centralità della finalità dell’istituto, che è di difesa nonviolenta della patria, che significa scegliere di non delegare ad altri la promozione della pace, ma di assumerci come cittadini che hanno a cuore il bene comune la responsabilità di costruirla nel quotidiano”.
Tra le proposte ampiamente condivise, quella di trovare delle alternative ragionevoli per semplificare i processi, a partire dalla presentazione dei programmi e dei progetti, e di investire sempre più in una comunicazione permanente e rivolta a tutti e a tutte per far conoscere il servizio civile e favorire la partecipazione dei giovani.