4 Novembre, 2024
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Alle Europee l’astensionismo è cresciuto. Ma è cresciuta anche la speranza

Il calo dell’affluenza rispetto alle politiche del 2022 e alle europee del 2019

Alle europee i non votanti sono aumentati. L’astensionismo è un’arma di contestazione che riguarda tutti i Paesi europei e la politica continua a non occuparsi del problema.  In Italia i risultati hanno dato un calo dell’affluenza rispetto alle politiche del 2022 e alle europee del 2019; è stata del 49,69% contro la precedente 56,09%, su 49.552.399 eventi diritto hanno votato solo 23.274.504.

Di questi, il 28,81 è andato a FdI, il 24,08 al Pd, il 9,99 al M5s, il 9,61 a Forza Italia, il 9,00 alla Lega, il 6,73 all’Alleanza Verdi e Sinistra. Tutte le altre liste sono state escluse perché non hanno raggiunto il 4%.

La Destra italiana ha fatto una campagna elettorale sui generis per guadagnarsi il miglior consenso ed essere determinante in Europa. Si veda l’attenzione data al premierato. L’avanzamento del Pd al 24,08%, dell’Alleanza Verdi e Sinistra al 6,73% consentirebbe un possibile dialogo, allargato, sui temi condivisi, per arginare la Destra in Italia.

In Europa l’estrema Destra, in particolare in Germania, Austria, Spagna, Francia, Polonia e Ungheria, è cresciuta molto e una sua vittoria ulteriore potrebbe mutare i ruoli di vertice. Inoltre, il gruppo Liberare di Macron ha subito un significativo calo. Ma non è così facile costruire alleanze perché la Meloni ha i suoi alleati di governo che sono divisi e le convergenze in Europa con i partiti di Destra sembrerebbero difficili. In definitiva per Meloni, Le Pen e Orban il risultato ottenuto non dovrebbe produrre, per loro, benefici concreti.

La speranza per la Destra sta nel Consiglio europeo, l’istituzione che prende le decisioni più importanti, formato dai Capi di Stato e di Governo, che possa incidere su leggi e procedure. Le trattative per gli incarichi chiave dell’Unione europea (presidente della Commissione, del Consiglio, del Parlamento) quasi certamente partiranno la settimana prossima per arrivare alle decisioni a fine giugno.

Ursula von der Leyen non è detto che possa allearsi con la Meloni. Alle viste abbiamo le elezioni negli Stati Uniti e le elezioni in Francia. Attendere per scoprire cosa può accadere!

La Meloni è consapevole delle difficoltà nelle quali si trova: i tanti provvedimenti rinviati a dopo le elezioni, la tensione nella coalizione di governo, le difficoltà di bilancio, il ripristino dal primo gennaio del vecchio Patto di stabilità;  ciò nonostante, ostenta sicurezza e determinazione per non scoprirsi debole e insicura e attacca con momenti di scontro, a volte aspro e volgare.

Tutto ciò per incitare i militanti ai quali è indicato il nemico da combattere: la Sinistra, la stampa, la magistratura, i giornalisti. Una politica sterile fatta di smorfie, battute e sguardi minacciosi che portano allo scontro più acceso.

Emerge in quest’ultima tornata elettorale il possibile ritorno al bipolarismo, come sostiene Meloni, ed è opportuno per questo che i partiti di Sinistra, allargata, si accordino sui temi comuni e facciano insieme argine alla Destra che prepotentemente sta avanzando in Italia, in Europa e nel mondo.

L’agone, da sempre attento alla buona politica, è consapevole che il mare è in tempesta e solo la capacità dei naviganti che sanno remare dal lato giusto possono garantire che la nave arrivi sana e salva in porto.

Franco Marzo

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