Cosa ha significato la nascita della Repubblica. E cosa ha portato
Come ogni anno il 2 giugno, a Roma, si è tenuta la consueta parata militare in memoria della nascita della Repubblica Italiana dalle ceneri dei bombardamenti, dalle cicatrici lasciate dall’invasione nazista, supportata dal fascismo, e soprattutto dalla volontà e dalla speranza di un nuovo inizio che tutto ciò ha instillato negli uomini e nelle donne italiane che, in quel giorno del 1946, andarono a votare per decidere il futuro della penisola.
Oggi sembra strano, data la vasta sfiducia nella politica, pensare che un semplice voto abbia avuto realmente il potere di cambiare la storia, ma la realtà supera sempre la fantasia e il 2 giugno 1946 divenne un punto di svolta: fu infatti la prima volta che le donne poterono votare e fu il momento in cui si tentò di rompere con un passato fatto di violenza e impossibilità di scelta. Ma oggi serve ricordare questa data?
Per rispondere bisogna fare un resoconto dei fatti, sia positivi che negativi, avvenuti dopo la caduta della monarchia. Tra i positivi si hanno il boom economico, le battaglie per i diritti negli anni sessanta come quella per il divorzio, la rivoluzione culturale portata avanti dagli studenti, mentre tra quelli negativi c’è l’accordo Stato-mafia, l’assassinio di Moro e Mattei, Craxi e tangentopoli, l’affossamento continuo della scuola pubblica e conseguente innalzamento degli analfabeti funzionali, lo smembramento della Rai, il licenziamento di giornalisti e personaggi pubblici che parlavano troppo (due esempi, Enzo Biagi e Daniele Luttazi), l’uccisione di Falcone e Borsellino, la loggia P2, le stragi e i servizi segreti deviati.
Detto ciò la risposta è un netto sì, proprio perché il referendum è il simbolo che abbiamo scelto per indicare la volontà di vivere in una società che non avrebbe più permesso gli scempi del passato o simili, che garantisce e rispetta i diritti dei propri cittadini e che non permette di ricordare partiticamente la storia; e festeggiare questa data significa continuare a credere in quei valori, per i quali molti sono morti, e combattere affinché eventi che sono contrari a questi vengano riconosciuti e contrastati.
Claudio Colantuono