Un buon libro, la frescura di alberi secolari immersi nella storia etrusca, arte e canto: nel frenetico incedere del ritmo imposto dai doveri e dalle necessità, può esserci qualcosa di più desiderabile?
Tutto questo c’era il pomeriggio di giovedì 27 nell’area antistante la Sala Mengarelli della Necropoli etrusca della Banditaccia a Cerveteri. Una cornice suggestiva, intrisa di fascino e misteri di vite passate, quella scelta per la prima presentazione nazionale dell’ultimo romanzo di Daniela Alibrandi, I delitti del Mugnone, Morellini Editore, uscito pochi giorni fa nelle librerie.
L’iniziativa, promossa dal Parco Archeologico Cerveteri Tarquinia, con il Patrocinio della Regione Lazio, è stata realizzata con i tratteggi dell’eccellenza nell’ambito della IV edizione del progetto “Sulla strada degli Etruschi, ideata dall’attore Agostino De Angelis, voce narrante di alcuni dei brani salienti del racconto; a dialogare con l’autrice, Alessandra De Antoiis, il criminologo forense Gianluca Di Pietrantonio, e il bel canto di Mariapia Gallinari, che ha interpretato alcuni dei brani citati nella storia.
I numerosi presenti hanno potuto così avere un assaggio discreto di quello che è stato ufficialmente riconosciuto come un multidimension crime, un genere letterario di cui l’autrice può vantare la maternità, ovvero una trama tessuta con le peculiarità narrative del noir, del thriller e del giallo.
La storia è ambientata in Toscana, tra Firenze e Fiesole, sulle rive del fiume Mugnone, suggestivo affluente dell’Arno e all’interno di un monastero di suore, custodi di silenzi carichi di segreti.
Una narrazione sapiente, fluida e scorrevole, intrigante, gestita con l’uso dell’analessi e dell’intreccio, che tiene il lettore inchiodato tra le righe con il fiato sospeso fino all’ultima pagina; superlative le descrizioni delle ambientazioni, rese visibili e familiari dall’autrice, così come i personaggi del racconto, vittime e carnefici con il denominatore comune delle fragilità umane. Torna il Commissario Rosco, frangibile e tenace insieme, la cui ispirazione è il vero prodigio dell’autrice, che ha dimostrato a se stessa come l’amore sia capace di farsi beffa della morte.
Forse l’opera più raffinata di Daniela Alibrandi, maturata tra l’afflizione e la rinascita emotiva, con la quale l’autrice si cala nell’animo di chi soffre, di chi cerca, di chi ama, di chi è in preda alla follia, decriptata dall’analisi criminologica dell’esperto presente.
Un bel pomeriggio di cultura e familiarità, in cui l’elegante personalità dell’autrice si è diffusa nell’aria profumata d’estate, accendendo la curiosità e il sorriso dei presenti, che hanno potuto accarezzare la forma della delicatezza creativa.
Ludovica Di Pietrantonio
Redattrice L’agone