Una tavola rotonda su questo tema di grande attualità si è tenuta a Bracciano, grazie a un team di esperti riuniti intorno a un Tavolo dal presidente dell’Associazione “L’agone nuovo”, Giovanni Furgiuele, che ha moderato l’incontro, e da rappresentanti del Parco Naturale Regionale di Bracciano-Martignano. La dottoressa Federica Bruno, nella sede del Parco di Bracciano, ha aperto l’incontro con un saluto di benvenuto e i ringraziamenti agli organizzatori, per aver posto all’attenzione un tema che riguarda la vita di ogni essere vivente nel mondo e la salvaguardia del pianeta. Marco Scentoni, responsabile della comunicazione ambientale e promozione ente parco, ha accolto ben volentieri l’organizzazione di questo incontro ritenendo importante la conoscenza del territorio nei suoi diversi aspetti, ivi compresa la conoscenza del suolo, perché esso è una base su cui si costruiscono gli ecosistemi e la vita.
Giovanni Furgiuele, ha introdotto ringraziando tutti i relatori per aver accolto l’invito dell’Associazione che è impegnata da più di un trentennio su temi sociali, ambientali, e anche su quelli connessi all’agricoltura e alla biodiversità per i quali desidera poter utilizzare le competenze dei ricercatori presenti all’incontro. Ricorda l’azione di informazione-formazione che L’agone svolge su un vasto territorio che si spinge dal territorio Sabatino, a Roma nord, ai paesi del litorale e a quelli della bassa Tuscia.
“L’incontro di oggi con i ricercatori presenti vuole essere un momento per vedere come costruire un percorso insieme, in cui il Parco sarà capofila nel darci indicazioni su come indirizzare e/o sollecitare amministratori e collaboratori” dice il presidente. Ringrazia i rappresentanti dell’Enea intervenuti e invia i saluti al capo dipartimento Claudia Brunori. Saluta tutti i presenti poi introduce di volta in volta i relatori: Maddalena Del Gallo, prof.ssa di microbiologia agraria presso l’Università degli Studi dell’Aquila; Annamaria Bevivino, dirigente di ricerca ENEA/ responsabile Laboratorio Sostenibilità Qualità e Sicurezza delle Produzioni agroalimentari;Nicola Colonna, dirigente di ricerca ENEA Divisione Biotecnologie ed Agroindustria; Barbara Giorgi, presidente Biodistretto dei laghi di Bracciano e Martignano;Alessandro Fantini Medico Veterinario – Direttore della rivista Ruminantia.
Dalle relazioni è emerso chiaramente che problematiche quali l’erosione del suolo, la salinizzazione, l’urbanizzazione, l’inquinamento, la desertificazione, l’impermeabilizzazione, ma anche parti superficiali di suolo che sono portati via dal vento o dilavati dalle acque, riducono costantemente le parti di terreno fertili. Inoltre, ogni anno 13 milioni di ettari di foreste vengono abbattute ed una vasta area diventa area urbana.
A ciò si aggiunga la crescita della popolazione, il cambiamento nelle diete alimentari e l’aumento della domanda di cibo per comprendere come sia aumentato il nostro bisogno di avere sempre più terreno fertile disponibile. Il suolo è una risorsa finita e il suo valore è inestimabile, ora più che mai abbiamo bisogno di terreno fertile. Normalmente, per produrre dieci centimetri di suolo fertile occorrono ben due millenni ma, grazie alla ricerca, è possibile ridurre questi tempi passando a sistemi meno distruttivi, utilizzando pesticidi meno nocivi e puntando sui microrganismi del suolo, valorizzando un sistema che si basa sulla biodiversità e sul riciclo. La stessa agricoltura intensiva impoverisce il suolo, per aiutare la transizione agro ecologica dell’agricoltura, la sfida è proprio la valorizzazione della biodiversità microbica del suolo. I microbiomi sono di diverse specie, ognuno ha una funzione per la salute delle piante, degli animali, dell’uomo e dell’ambiente. L’uso di terapie basate sul microbioma è uno strumento promettente per rispondere anche alle sfide della medicina tradizionale. L’Enea, che fa parte di una grande rete nazionale ed europea, conduce ricerche, studia e conserva i microrganismi per il ben essere del pianeta. Grande è la portata delle innovazioni tecnologiche e metodologiche nella lavorazione del terreno e nei principi dell’agricoltura conservativa. Tecnologia e ricerca hanno consentito conoscenze prima impensabili Oggi utilizzando un moderno trattore tecnologico si può fare una mappatura di tutte le caratteristiche del suolo. Abbiamo conoscenze per capire suoli diversi: sabbiosi, argillosi, a volte si scoprono 3 o 4 tipi di suoli differenti in un solo ettaro. La tecnologia è avanzata ma molta è la strada da fare prima che certe innovazioni arrivino in azienda. Oggi solo il 2% della popolazione lavora in agricoltura e le nuove tecnologie, da utilizzare per mandare avanti il nostro sistema agroalimentare, potrebbero essere gradite ai giovani ma hanno costi troppo elevati.
Si pone l’attenzione sul Biodistretto dei laghi di Bracciano e Martignano inteso come laboratorio vivente a disposizione delle nuove tecniche applicative e attento alla ritenzione idrica dei suoli. I biodistretti contribuiscono a colmare il gap tra agricoltori, territori, cittadini. Il Biodistretto del lago di Bracciano Martignano, come tutti i biodistretti del Lazio e i biodistretti nazionali, è impegnato a studiare e risolvere problemi simili, come quello della carenza di acqua. Il problema dell’acqua, sia in forma di precipitazioni tropicalizzate in cui moltissima acqua cade in pochissimi giorni dilavando i semi, sia come carenza di pioggia per lunghi periodi, contribuisce a sottrarre terreni fertili all’agricoltura. Vivere di agricoltura in Italia è sempre più difficile sia a livello di vendita sul mercato, sia a livello di produzione: i contadini sono tagliati fuori dal sistema e i biodistretti, attraverso uno sportello agricolo, vogliono avere con loro, un filo diretto per tenerli informati e per conseguire obiettivi comuni. Abbiamo zone montane e collinari spesso aride ma è positivo che siano in buona salute, sono terreni poco predisposti all’erosione e possono essere prati permanenti o prati pascoli adatti agli allevamenti dei ruminanti da cui ricavare latte e carne. Federica Bruno chiude le relazioni citando grandi associazioni internazionali che si stanno occupando di suolo, si può affermare che la ricerca si muove, aumentano i convegni, le mappature, i monitoraggi, anche se manca ancora una forma di alfabetizzazione alla funzione del suolo. La direttiva europea sul monitoraggio del suolo del 10 aprile e la Nature Restoration Law del 17 giugno per il graduale ripristino degli habitat a rischio, dimostrano l’accresciuto interesse mondiale su questo tema.
Gli interventi di Mario Cirillo, Giuseppe Girardi, Bruno Riscaldati, Franco Marzo, hanno arricchito il dibattito e la discussione.
<< Nel prossimo appuntamento cercheremo di portare la giusta spinta e gli obiettivi da raggiungere, vedremo di comprendere ciò che si può ottenere unendo “scienza e tecnologia” >> con queste parole e i ringraziamenti rivolti al commissario Tiziana Pepe Esposito e a Daniele Badaloni per la loro disponibilità, il presidente Furgiuele chiude l’incontro.
Anna Maria Onelli
Redattore L’agone