22 Novembre, 2024
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Regione Lazio, via libera al nuovo piano per il contenimento dei cinghiali

Nel Lazio si apre un nuovo capitolo della lotta ai cinghiali, che con le loro scorribande in campagna e in città provocano problemi alle aziende agricole, incidenti stradali e altri danni, oltre ad aumentare il pericolo di diffusione di malattie come la peste suina africana.

L’11 luglio scorso la Regione ha infatti approvato il nuovo piano regionale per la gestione, il controllo e l’eradicazione della peste suina africana, con l’obiettivo principale di contenere la popolazione di cinghiali, e più in generale della fauna selvatica.

La decisione è stata annunciata agli agricoltori in occasione della manifestazione organizzata da Coldiretti Lazio davanti alla sede della Regione per protestare contro la devastazione causata dagli ungulati nei campi coltivati.

«La Giunta regionale ha approvato un Piano per il contenimento della peste suina africana, grazie allo straordinario lavoro di squadra con l’assessore all’Agricoltura Giancarlo Righini – ha spiegato il presidente Francesco Rocca. – Abbiamo dato quella risposta che i nostri agricoltori attendevano da anni: una maggiore attenzione a chi lavora la terra, a chi porta sulle tavole beni preziosi come i prodotti del nostro territorio. È un segnale di attenzione ai professionisti di questo settore chiave per l’economia regionale. La nostra Giunta sarà sempre vicina a questo mondo. Lo dico senza retorica, ma con quell’attenzione che merita il comparto agricolo, vera e propria ricchezza e bellezza del nostro territorio».

Sarà ora compito delle Direzioni competenti, in particolare l’Agricoltura e la Salute, di predisporre l’aggiornamento delle “Linee di indirizzo del Piano regionale interventi urgenti per la gestione, il controllo e l’eradicazione della peste suina africana nel territorio regionale”.

Le novità

Il nuovo piano riconosce l’importante ruolo delle aziende del settore agricolo e delle associazioni di categoria, prevedendo misure volte a favorire un loro maggiore coinvolgimento.

Gli agricoltori avranno infatti la possibilità di intervenire non solamente allertando gli organismi competenti ma abbattendo loro stessi i cinghiali che danneggiano i loro terreni, in casi di urgenza e dopo aver ottenuto il porto d’armi e seguito uno specifico corso.

«E’ un delibera per noi strategica – ha dichiarato il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri – perché rimette il mondo agricolo al centro e soprattutto ci dà la possibilità di ripristinare l’equilibrio. Noi non abbiamo interesse a sconvolgere nulla, se non quello che venti anni fa ci ha sconvolto la vita. Solo quest’anno sono oltre dodici i milioni di euro i danni subiti dai nostri agricoltori a causa della fauna selvatica».

Tranne nelle aree naturali protette, sarà possibile intervenire sia con il prelievo venatorio che con gli interventi di contenimento e controllo senza restrizioni, utilizzando anche tecniche innovative. La Direzione Agricoltura della Regione stabilirà per ogni area quanti cinghiali potranno essere catturati o abbattuti, assegnando gli obiettivi ai singoli Ambiti territoriali di caccia (Atc) che dovranno presentare un piano di intervento per il territorio di loro competenza, allo stesso modo degli istituti faunistici a gestione privata della caccia.

Nelle aree protette regionali il controllo sarà in mano agli enti gestori. I Comuni e i Municipi di Roma Capitale potranno chiedere di attuare gli stessi provvedimenti nelle aree urbane di loro competenza e i sindaci avranno la possibilità di emanare ordinanze contingibili e urgenti per salvaguardare la pubblica incolumità.

Le imprese agricole, tramite le associazioni di categoria, potranno sollecitare l’intervento dei soggetti attuatori dei Piani. Anche i cittadini potranno segnalare la presenza di cinghiali alla Regione, alle forze dell’ordine e al Gruppo operativo territoriale (Got) locale di riferimento in caso di inadempienza dei soggetti attuatori.

Nel nuovo piano di punterà inoltre sulla valorizzazione della filiera per la commercializzazione delle carni di cinghiale, considerata come una risorsa del territorio, attraverso la promozione legata ai marchi di qualità regionale e altre specifiche azioni.
Sara Fantini
Redattrice L’agone

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