Il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap) ha reso noti, attraverso il sito del ministero della Giustizia, una serie di dati di riepilogo semestrale riguardanti gli andamenti degli ingressi in carcere dalla libertà e alcune caratteristiche delle condizioni di detenzione nel nostro Paese.
Tra questi e alla luce delle possibili misure annunciate dall’attuale Governo e dalle forze politiche per far fronte alle sempre più acute criticità determinate, soprattutto ma non solo dal sovraffollamento, sono di particolare interesse i numeri relativi alle durate delle pene.
In primo luogo va sottolineato che in questo primo semestre dell’anno parallelamente all’aumento costante del numero di detenuti presenti si è incrementato anche quello degli ingressi in carcere dalla libertà sia in Italia che nel Lazio: rispetto al semestre precedente il tasso di crescita è stato del 5% in tutta Italia e del 3,2% nel Lazio.
Quanto poi alla composizione dei detenuti per pena inflitta bisogna considerare con estrema attenzione il fatto che sono oltre il 30% in Italia e il 35% nel Lazio i detenuti presenti che devono scontare condanne inferiori ai 5 anni di pena. Le percentuali delle persone con residui di pena inferiori a due anni e che, in gran parte, potrebbero a norma di legge richiedere di poterli scontare attraverso misure alternative alla detenzione intramurarie sono, rispettivamente, del 26,5% in tutta Italie e del 29,7% nel Lazio.
Questa situazione che rappresenta un elemento costante della condizione della popolazione detenuta nel nostro Paese e che risulta particolarmente più accentuata nel Lazio.
Inoltre, una segnalazione finale riguarda la distribuzione della popolazione detenuta per fasce d’età in considerazione della recente proposta annunciata per consentire con maggiore facilità l’accesso alla detenzione domiciliare per il condannato di età pari o superiore ai settanta anni: si tratta di una misura che riguarderebbe attualmente il 2% delle persone attualmente ristrette in tutta Italia. viene chiesta la detenzione domiciliare per il condannato di età pari o superiore ai settanta anni e per chi adduce gravi motivi di salute.